Tratto da: Le Grandi Profezie  Autore Franco Cuomo

Newton & Compton Editori

L'enigma di Nostradamus:

Le chiavi del tempo. Hitler, Hilter, Hister. Pesci elettrici e uccelli a reazione. Il leone accecato in gabbia. Le «parole di potenza». «Stando di notte assiso...». Le «figure nebulose». Il nuovo regno di Saturno. La fine di New York. L’attacco del Grande Cammello. Pietà per chi ha fame. Morire «al solito luogo». Il destino dei figli

L’attacco del Grande Cammello

Riconducono al medesimo scenario di crociata islamica contemporanea le quartine che segnalano sbarchi libici sulle coste dell’Adriatico, terrore a Malta e saccheggi nelle isole vicine (i, 9), una massiccia infiltrazione maomettana in Francia (i, 18) e l’irrompere su per i Balcani di orde dirette ad abbeverare «il Grande Cammello» nel Danubio e nel Reno (v, 68).
Quest’invasione potrebbe anche intendersi in senso di migrazione etnica, com’è avvenuto da tempo in Francia e più recentemente in Italia. È sintomatico che in un’altra quartina si dica: «gli arabi saranno alleati dei polacchi». Se riferita al nostro tempo, infatti, la predizione parrebbe prospettare la confluenza verso il cuore dell’Europa di masse destabilizzanti, provenienti sia dai paesi dell’Est che dal mondo islamico.15 Ma il veggente parla anche di sangue versato in gran copia sulla terra, nella Senna e nel mare, di popolazioni tremanti e di una battaglia presso le Alpi, nella quale il Gallo (cioè la Francia, insieme agli altri Stati europei) sconfiggerà l’invasore. Parrebbe quindi riduttivo circoscrivere questo conflitto di civiltà alle tensioni determinate da una difficile convivenza.
Rientrano nello stesso florilegio apocalittico la cruda prospettiva delle persecuzioni cui saranno sottoposte, nel corso di questa che appare per certi aspetti una guerra di conquista e per altri un esodo destinato a sovvertire l’assetto etnologico del pianeta, le comunità di religione cattolica o ebrea. Nostradamus parla di violenze, stragi e spoliazione dei
14 Centurie, V, 54.
15 Centurie, V, 73.

«grandi templi». E ancora una volta traspare da quanto dice un’accorata preoccupazione per la sorte del suo popolo originario:
La Sinagoga sterile senza più alcun frutto sarà ricevuta tra gli infedeli La figlia del perseguitato di Babilonia misera e triste le taglierà le ali.16
Qui il veggente prevede una tale sconfitta per Israele da porre la Sinagoga, ormai «sterile e senza più frutto», alla mercé degli infedeli, che l’assorbiranno nel proprio seno. Ancora una volta, come nella più pura tradizione apocalittica, si parla di Babilonia, che in questo caso non è più solo un simbolo ma potrebbe di fatto indicare il bacino del Tigri e dell’Eufrate, dove trova sostegno e forza la minaccia di un popolo misero e infelice (forse i palestinesi), intenzionato a «tagliare le ali» a Israele. Questa eventualità viene altrove illustrata da Nostradamus in termini strategici di una estrema modernità: giunto «alla sua ultima mano» l’esercito di Alus (ovvero Saul, come si è detto) non potrà più difendersi per mare. Verrà contemporaneamente minacciato da un colpo di mano militare ordito «tra due fiumi» (ancora un richiamo a Bagdad, bagnata da Tigri ed Eufrate) e messo in crisi dal «nero irato», cioè dall’arabo.
Alla sua ultima mano il sanguinario Saul non potrà più proteggersi per mare: tra due fiumi cadrà per mano militare, il nero irato lo farà pentire.17
Un richiamo alla «città bagnata dai due fiumi» ricorre anche in una quartina rivolta come un avvertimento al papa:
Romano pontefice guardati dall’avvicinarti alla città bagnata dai due fiumi.
Là sputerai il tuo sangue, tu e i tuoi quando fiorirà la rosa.18
La profezia sembra sottintendere il dubbio che eventuali mediazioni di pace da parte del pontefice possano in qualche modo favorire l’avversario. Se questa è la giusta chiave di lettura bisogna dedurne che intende mettere in guardia il capo della cristianità dal mostrarsi troppo solidale con i suoi tradizionali nemici. Potrebbero derivarne guai tanto seri da fargli rischiare di «sputare sangue».
Non attraverso le trattative, ma contrapponendo alla forza la forza,
16 Centurie, VIII, 96.
17 Centurie, VI, 33.
18 Centurie, II, 97.

questo travaglio di popoli potrà infine sedarsi mediante l’intervento di «falangi d’oro, d’azzurro e di vermiglio». Queste armate le cui insegne ricordano i colori degli Stati Uniti, dell’Inghilterra e della Francia, riusciranno a «soggiogare l’Africa e roderla fino all’osso».19 E un’immagine crudele, che lascia intuire il protrarsi nei secoli di un indegno sfruttamento.

19 Centurie V, 96.