LA PROFEZIA  Continuo

 

Colpito probabilmente dalla vicenda, Wojtyla volle informarsi nuovamente sull'apparizione delle Tre Fontane; intanto, nell'ottobre 1982, diede disposizione al cardinale Paletti di permettere l'allestimento di un altare dinanzi alla grotta, che da tempo veniva sollecitato senza successo. Quindi, il 16 novembre, inviò personalmente da Cornacchiola il collaboratore che già aveva fatto da intermediario:


«È venuto monsignor Zannoni, con il segretario del Papa (Lewandoski, che in realtà era cerimoniere pontificio, N.d.A.) e padre Giuliano. Abbiamo parlato del messaggio del 23 febbraio 1982 che il Papa ha ricevuto per le mani del segretario, ed è per questo che ha ordinato l'altare alla grotta».


Il 31 luglio 1983, Bruno fece uno dei sogni più intriganti della sua intera vita:


«Mi trovo in una sala, grande e illuminatissima. In fondo, su una parete; c'era un grande orologio: guardavo che ora era, tre minuti alle ore 12, ma fuori non si vedeva luce. Allora pensavo fra me e me: sono le ore 24, cioè mezzanotte. Improvvisamente c'è la Vergine vicino a me che mi sorride e, come fa una madre col proprio figlio, mi mette una mano sulle spalle e mi spinge vicino all'orologio. Vedo la sua mano che tocca la lancetta grande e dice: 'Pregate, si può evitare, questo segna l'ora della fine. Questo è il tempo per convertirsi e avere la pace' e mette la lancetta indietro di quindici minuti. Tutto è scomparso e io piango, sì piango, pensando: 'Che fine faranno tanti alla fine?'»

Nel suo diario-agenda di quell'anno, fra le pagine del 22-23 dicembre, si trova inserito un ritaglio di quotidiano:


«Chicago, 21 dicembre. L'inasprimento della tensione fra Usa e Urss ha avvicinato il mondo a una guerra nucleare più che in qualsiasi altra situazione di crisi dopo il 1953: è quanto afferma il periodico Bulletin of theAtomic Scientists (Bollettino degli scienziati atomici) annunciando che alla luce di questa constatazione il suo simbolico 'orologio dell'apocalisse' sarà avvicinato di un minuto alla 'mezzanotte nucleare'. L'inquietante aggiustamento avrà luogo domani con l'uscita del nuovo numero della pubblicazione. L'orologio della catastrofe, che finora segnava 4 minuti a mezzanotte, sarà portato a 3 minuti. È questa la prima volta in tre anni, secondo il direttore del Bulletin, Ruth Adams, che il simbolico orologio viene aggiustato. Il tempo sull'orologio, pubblicato dal periodico sin dal lontano 1947, cambia quando gli scienziati che presiedono alla pubblicazione si trovano d'accordo nel diagnosticare un incremento o una diminuzione della minaccia di guerra nucleare. Con la rettifica di domani, l'apocalisse nucleare risulterà più vicina di qualsiasi altro momento, con la sola eccezione del 1953, quando, in seguito allo scoppio della prima bomba all'idrogeno sovietica, la lancetta fu por­ tata a 2 minuti a mezzanotte».


Esaminando la successiva cronistoria, risulta in effetti inquietante scoprire come la Vergine vedesse lontano: quell'orologio - per inciso, 'inventato' esattamente nel 1947 - venne portato proprio sul finire di quel 1983 a -3 minuti. Quindi cominciò progressivamente a indietreggiare: -6 nel 1988, -1O nel 1990, -17 nel 1991. Salvo poi, grazie agli 'sforzi' umani, riprendere la sua corsa in avanti: -14 nel 1995, -9 nel 1998, -7 nel 2002, -5 nel 2007, -6 nel 2010, nuovamente -5 nel 2012 e infine, a gennaio 2015, si è tornati al punto di partenza con un -3 attribuito a «cambiamento climatico non controllato, ammodernamento delle armi nucleari, ampliamento fuori misura degli arsenali nucleari», che «costituiscono minacce straordinarie e innegabili per la sopravvivenza dell'umanità».

 

Il 1° febbraio 1986 si legge un primo messaggio un po' criptico:

 

«Preparatevi, figli miei: la mano non posso trattenerla più! L'ira della giustizia è sopra di voi! I segni li vivrete: segni dall'aria avvelenata e dalla terra incolta e dal biancore del latte inservibile!»


che viene meglio definito
il 1° marzo successivo:

 

«Da oggi in poi, l'inquinamento nel mondo; cioè: su questa povera Terra, e dalla Russia e dall'America, o Asia, Oceania o Europa, e perfino dall'Africa: i gas venefici per l'uomo; gli animali, le bestie, le piante e le verdure avvelenate, saranno per colpa dell'uomo! La vendetta del demonio è in atto, e l'uomo è il suo strumento adatto per la distruzione! Sarà come il Signore ci dice, scritto dagli evangelisti: 'Guai alle donne incinte, prossime a diventare madri, e guai ai piccoli allattati: in quei giorni vi sarà miseria sulla Terra!' Povera aria! Povera Terra e poveri voi! (La Vergine si rattrista!}»

Dopo nemmeno due mesi, all' 1.23 del 26 aprile, nella centrale nucleare di Chernobyl, un centinaio di chilometri a nord della capitale ucraina Kiev, il reattore n. 4 esplose in seguito alla fusione del nucleo. La nube radioattiva che ne conseguì giunse fino all'Italia e ai Balcani, lambendo anche la costa orientale del Nord America. È l'incidente più grave mai verificatosi in una centrale nucleare, classificato come catastrofico al livello 7, il massimo nella Ines (la scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica). Il disastro provocò, al momento, sessantacinque vittime; ma nel periodo successivo morirono circa diecimila persone per gli effetti diretti dell'irraggiamento, altre decine di migliaia svilupparono tumori innescati dalle radiazioni e per alcuni mesi numerosi prodotti alimentari, verdure e latte in particolare, risultarono contaminati.

. Il 18 luglio del 1992, mentre si trovava nella casa della comunità sul promontorio del Circeo, a sud di Roma, Bruno vide la Vergine mostrargli una grotta di pietra e un luogo dove desiderava la costruzione di una cappella intitolata alla Vergine della Rivelazione, Madre degli incurabili; aggiunse che «il segno sarà un fuoco»:


«[il 26 agosto] tutto il parco del Circeo in vari punti ha preso fuoco. Avanzavano, verso l'alto, verso di noi; un forte vento portava il fuoco vicino casa. Noi e altri con. l'acqua ed estintori, poi aerei, pompieri e il fuoco si estende sulla montagna verso i paesi del promontorio».

L'ultima premonizione segnalata a chiare lettere si riferisce alla nottata fra il27 e il 28 luglio 1993, quando il veggente sogna «san Francesco sotto la basilica di San Giovanni che mi chiama per aiutarlo a reggere la chiesa. San Francesco mi incoraggia di sostenere con lui la chiesa. Mi metto spavento perché crollò quasi tutta». È da ricordare che dinanzi alla cattedrale romana, sulla piazza di Porta San Giovanni, c'è il monumento a san Francesco d'Assisi inaugurato nel 1927 in occasione del settimo centenario della morte del santo. Al risveglio, ascoltando la radio, Bruno scopre che in piazza di San Giovanni in Laterano, proprio fra il lato destro della basilica e l'ingresso del Vicariato, era appena esplosa un'autobomba.

 

La sera del 22 maggio 1950, una rondine si posò sulla spalla destra di Bruno, in preghiera nella grotta, e rimase come imbalsamata. In quel momento gli apparve la Vergine:

 

«Ecco un segno. Questa rondinella ora dorme. Prendila e custodiscila. Nel giorno che andrà via è il segno che avrà inizio qualcosa di grande nel mondo».

La rondine venne sistemata in una scatola e custodita nello studio di Cornacchiola. Soltanto 1'8 agosto 1978 madre Prisca, la cofondatrice della Sacri, andò ad aprire la scatola e scoprì che l'uccellino non c'era più, restava soltanto una piuma sul fondo.

Bruno allora ripensò a quanto aveva scritto sul diario al­ cune settimane prima, il luglio:

 

«Questa notte un sordo boato dallo studio mi ha fatto sobbalzare. Mi alzo, erano le 2 circa, tutto a posto».

 

Il 9 agosto commentò:

«Non posso riposare, da quando la rondinella ha preso il volo per me la vita è tutta tesa alla penitenza)).

E l'11 agosto aggiunse:

 

«Mi colpisce molto, i fatti ultimi che si sono verificati, e cioè: la morte di Montini, Papa Paolo VI, e la scomparsa della rondinella, due fatti legati alla escatologia parusiaca (gli ultimi tempi, con la seconda venuta di Gesù sulla Terra, N.d.A.) delle cose stabilite nel mondo, come Dio l'ha fatto secondo i suoi piani .escatologici. Ora cosa avverrà?»

Una domanda ancora priva di risposta.

Nel corso degli anni, Cornacchiola ha vissuto anche alcuni curiosi episodi di carattere più personale, raccontati da lui stesso nei diari. Il 4 febbraio 1969

«ho sognato sorella Rachele (una associata alla Sacri da poco defunta, N.d.A.) che, seduta vicino al letto dove dormivo, mi dice che è sempre vicino a me con il suo spirito, 'e se non ci credi svegliati e guarda la tua sveglietta, si è fermata alle ore 24, e l'orologio è alle ore 2'. Difatti, mi sveglio, è vero tutto. Ricarico la sveglietta e la metto alle 2. Gesù alla parete è luminosissimo, ho quasi paura, ma mi addormento in compagnia di Gesù e pensando a Maria».

 

Mentre, il 13 aprile 1970,

 

«ho sognato di trovarmi alla grotta e la Vergine mi indica una collana. Poi guardo bene ed è una corona del rosario: la prendo, la porto a casa pregando per tutti. Questa mattina, dopo il lavoro, passo a fare una visita, per ringraziamento, alla grotta. Non c'è 'nessuno, né padre Gentile, né altri. Vado dalla Vergine e, senza pensare al sogno, dico il rosario. Per terminarlo vado a fare il giro e... sorpresa! trovo lo stesso rosario del sogno attaccato al crocifisso».

 

  • Ancora più bizzarra risulta un'altra vicenda, scandita in tre tappe, fra luglio e settembre del 1971. Nella notte del 31 luglio

 

«ho fatto un sogno assai curioso. Ho visto una persona che mi parlava delle anime purganti e che aveva avuto bisogno di aiuto, come le anime hanno aiuto da noi perché sono nel bisogno. E dicendo questo mi consegna tre teschi e mi dice: 'Ecco quelli che hanno bisogno e che ti aiuteranno non solo a meditare la morte, ma anche a sopportare sofferenze che

verranno. Saranno terribili, ma questi tre ti aiuteranno a vincere'. Prendo i tre teschi e prego per loro poverini perché sento in me che hanno molto bisogno di preghiere. Vorrei farli par­ lare e partecipare alla vita che faccio ogni giorno. Vorrei sapere chi sono, ma mi sveglio sotto una tremenda impressione».

 

Il 23 agosto fratello Tito, uno dei membri della comuni­ tà Sacri,

 

«è rientrato e mi dice che mi ha portato un bel regalo che tanto ho desiderato. Lo guardo con curiosità e non vedevo l'ora di sapere questo regalo. Taccio e attendo. Dopo finito il pranzo, mi si presenta con un pacco, lo scarto e saltano fuori tre teschi. Rimango di stucco, come si dice, e ripenso al sogno. Ma allora sono veramente anime che hanno bisogno di preghiere».

 

Infine, il7 settembre,

 

«ancora un sogno per le anime del purgatorio. Mi si presentano tre personaggi e mi parlano al cuore dicendomi: 'Noi siamo i tre a cui appartiene il teschio di cui tu ora sei il tenutario'. Parlava uno solo per tutti e tre. 'Noi siamo entrati in paradiso e siamo nella gloria dei Cieli, si è tanto sofferto e penato fino a che non abbiamo avuto sul nostro teschio i berretti benedetti e le molte preghiere'».