Tratto da: Le Grandi Profezie  Autore Franco Cuomo

Newton & Compton Editori

 

 

5. L�Apocalisse di Giovanni  Parte prima

 

La madre di tutte le profezie catastrofiche di fine millennio � e fine del mondo, secondo una tradizione consolidata � � l�Apocalisse dell�evangelista Giovanni, scritta nell�isola di Patmos intorno al 97 dopo Cristo.

E' Nuovo Testamento, come i quattro Vangeli, ma segna l�epilogo coerente di una storia iniziata nell�Antico Testamento con la Genesi. Come quest�ultima narrava la creazione del mondo, l�Apocalisse ne descrive la fine in un crescendo mistico e visionario che chiude il ciclo delle Scritture.

Apocalisse, in greco, significa �rivelazione�. Per poterne cogliere i significati e interpretarli � necessario decodificare una fitta griglia di simboli, rispondenti a un cifrario ermetico che parrebbe rappresentare la quintessenza di quanto l�esoterismo profetico cristiano ha prodotto ai suoi esordi.

Al di l� comunque dei suoi paurosi scenari e della meraviglia che certe immagini suscitano nella loro mostruosit� enigmatica, la profe�zia di Giovanni parrebbe sottintendere l�intenzione di mettere a fuoco le cause pi� che l�evento della rovina finale del mondo, anche allo scopo di prevenirla.

In questa luce l�Apocalisse pu� essere letta come messaggio positivo, volto a denunciare malvagit� e aberrazioni umane nei loro esiti pi� catastrofici � guerra, carestia, dispotismo, idolatria, malattia, caos � per poterne scongiurare gli effetti. Non si potrebbe altrimenti giustificare la sua collocazione nel contesto salvifico e liberatorio dei Vangeli, che antepone a ogni altro obiettivo la sconfitta del male attraverso l�amore.

Adottando questa chiave, la rivelazione trasmessa da Giovanni � agevolmente decifrabile come presagio di rigenerazione e di gioia, di trionfo sulla sofferenza, realizzabile mediante la partecipazione coraggiosa dei buoni alla lotta dell�Agnello contro la bestia infernale.

Il libro scaturisce da un�estasi nel corso della quale Giovanni, pos�seduto dallo Spirito, riceve da Ges� la rivelazione di [quello che tra breve deve accadere].

 

Il suo scopo, nonostante l�apparenza terrificante dei contenuti, � dichiaratamente benefico. L�evangelista lo dice a lettere chiare in apertura: �Beato chi legge e chi ascolta questo messaggio profetico, e fa tesoro di quanto qui � scritto�.

L�Apocalisse non contiene dunque un semplice annuncio una cronaca fine a se stessa di fatti a venire ma qualcosa di cui �fare tesoro�, una utilit� da perseguire per il bene di chi legge.

Temerario � ogni tentativo di darne interpretazioni gratuite, mutilandone o distorcendone il senso, poich� �se qualcuno vi aggiunge qualcosa�, avverte l�apostolo, �Dio lo colpir� con i flagelli descritti in questo libro;  se qualcuno toglie qualcosa, Dio lo escluder� dall�albe�ro che d� la vita e dalla citt� santa che sono descritti in questo libro�. Anche la pi� banale iterazione, dopo un avvertimento del genere, acquista un valore da meditare in profondit�. L�Apocalisse non si pu�, in altre parole, scorrere o leggiucchiare come un qualsiasi almanacco divinatorio; si deve leggere nella sua unit�, senza estrapolarne brandelli n� tralasciare alcun passaggio.

Tutto quello che vi � scritto serve per introdurre la promessa finale di Ges�: �S�, sto per venire�; e l�invocazione di Giovanni: �Vieni, Signore�.

E se questa � la profezia conclusiva, non possono che trarsene auspici di vita, quali che siano gli scenari di morte attraverso i quali per potervi giungere ci si � dovuti avventurare. Ma percorriamolo dall�inizio questo itinerario, seguendo il filo delle visioni di Giovanni.

 

 

In comunicazione con Dio

 

Come i grandi profeti della tradizione biblica che l�hanno preceduto, Giovanni riceve direttamente da Dio l�ordine di scrivere. Destinataria � l�intera cristianit� del suo come del nostro tempo.

Il Signore gli appare tra sette candelabri, raffiguranti le sette chiese dell�Asia (Efeso, Smirne, Pergamo, Ti�tira, Sardi, Filadelfia, Laodicea) nelle quali era riunita all�epoca l�intera comunit� dei fedeli. Tutto intorno a Lui riluce: la fascia d�oro che ha sul petto, i capelli bianchi come neve, gli occhi ardenti come il fuoco, i piedi come bronzo nella fornace, il viso come sole fiammeggiante.

Ha sette stelle nella mano destra, che raffigurano gli angeli delle sette chiese.

Dopo avere indirizzato a questi ultimi sette lettere con le quali rimprovera o loda le rispettive comunit�, esortandole ad affrontare imminenti persecuzioni, Giovanni � chiamato alla visione del trono di Dio. �Sali quass�, e ti mostrer� ci� che ancora deve accadere�, dice dall'alto una voce, mentre gli si spalanca davanti una porta che d� direttamente sul cielo. Di l� c�� il trono, illuminato da un arcobaleno di smeraldo, oltre il quale si stende "un mare che sembra di vetro, limpido come il cristallo".

Siede sul trono �uno [cos�: uno] dall�aspetto splendente come pietre preziose, diaspro e cornalina�.

Accrescono la maest� della visione ventiquattro altri seggi, per i vegliardi della corte celeste, vestiti di bianco e coronati d�oro. Ardono intorno sette fiaccole, che simboleggiano i sette spiriti di Dio.

Ai lati del trono stanno �quattro esseri viventi�, che cos� descrive Giovanni: �Il primo essere somigliava a un leone, il secondo a un torello, il terzo aveva viso d�uomo, il quarto somigliava a un�aquila in Volo. Ognuno aveva sei ali ed era pieno d�occhi su tutto il corpo e anche sotto le ali. Continuamente, giorno e notte, ripetevano: �Santo, santo, santo � il Signore, Dio dell�universo...��.

Sono le qualit� �viventi� di Dio, che nell�insieme esprimono la sua gloria: la forza del leone, l�energia e la potenza del toro, l�intelligenza e la coscienza dell�uomo, la vista acuta dell�aquila. Hanno ali multiple, per volare oltre i limiti dell�immaginazione, e innumerevoli occhi, per scrutare l�infinito.

Stretto nella sua mano c�� �un libro a forma di rotolo, scritto di dentro e di fuori, chiuso da sette sigilli�. Un angelo esorta ad aprire i sigilli. 

Ma chi?  �Chi � degno di togliere i sigilli e aprire il libro?�.

Nessuno gli risponde, perch� pensa Giovanni non c�� nessuno n� in cielo n� in terra capace di farlo. Cos�, in preda a una tremenda emozione, scoppia in lacrime.

�Piangevo dirottamente, perch� non si trovava nessuno degno di aprire e di leggere il libro�.

Il pianto di Giovanni � il segno della devota crisi di chi teme che l�umanit�, incapace di adempiere la volont� divina, possa restare esclusa dal Regno. Lo consola per� uno dei vecchi.

�Non piangere�, gli dice. �Colui che si chiama Leone della trib� di Giuda e Germoglio di Davide ha vinto la sua battaglia e pu� aprire il libro e i suoi sette sigilli�.

Come accade sovente nell�intreccio delle predizioni, una profezia ne richiama un�altra, dandole cos� e ricevendone, al tempo stesso conferma: Leone di Giuda e Germoglio di Davide sono, nella scrittura biblica, denominazioni abituali del Messia; di colui che viene appunto per adempiere la volont� di Dio, sciogliendo nel caso specifico i sigilli.

A questo punto Giovanni vede davanti a s� �un Agnello che sembrava sgozzato ma stava ritto in piedi�. E l�Agnello di Dio, allegoria del Cristo che ha superato la prova del sacrificio. Ne porta il segno, ma se ne sta eretto come un vincitore, mostrando nel suo insolito aspetto i segni del potere divino.

 

�Aveva sette corna e sette occhi, che rappresentano i sette spiriti di Dio mandati nel mondo�.

Riceve direttamente dalle mani del Signore il libro dei sette sigilli e si accinge a scioglierli, mentre intorno i ventiquattro vecchi e i quattro esseri dal corpo disseminato d�occhi s�inginocchiano cantando:

 

Tu sei degno di prendere il libro

e di aprirne i sigilli

perch� sei stato immolato

e hai riscattato per Dio con il tuo sangue

uomini di ogni trib�, razza, lingua e nazione...

 

I sette sigilli

 

L�Agnello apre sotto gli occhi di Giovanni il primo sigillo, facendo apparire un cavallo bianco montato da un cavaliere armato di arco. Gli viene data una corona, segno di invincibilit�.

Apre il secondo sigillo, e viene avanti un cavallo rosso, colore del fuoco. Al cavaliere viene data una spada, e il potere di fare sparire la pace dalla terra perch� gli uomini si scannino tra loro.

Apre il terzo sigillo, e avanza un cavallo nero, il cui cavaliere ha in mano una bilancia. Una voce declama prezzi dai quali si desume l�incalzare di una paurosa carestia: �Per una misura di grano la paga di una giornata, per tre misure d�orzo la paga di una giornata...�.

Apre il quarto sigillo, e compare un cavallo di colore livido, verdastro. Lo monta un cavaliere chiamato Morte, seguito da un esercito di cadaveri. Gli viene dato il potere su un quarto della terra, e il diritto di sterminare i suoi abitanti con le armi, l�epidemia, la fame. Apre il quinto sigillo, e si levano di sotto all�altare i martiri della fede, chiedendo ad alta voce: �Fino a quando, Signore santo e verace, aspetterai a fare giustizia sugli abitanti della terra e a vendicare il nostro sangue?�

�Ancora per poco�, risponde Dio, facendo dare a ciascuno una tunica bianca. �Aspettate che sia completo il numero di coloro che saranno immolati come voi�.

Apre il sesto sigillo, e l�ira di Dio si manifesta in tutto il suo impeto. Si ha cos� la prima esemplificazione compiuta, in termini storici e letterari, del modello escatologico cio� relativo ai destini finali del mondo, dal greco �skata, le �cose estreme� cui attingeranno le grandi profezie catastrofiche dell�et� moderna.

�Ci fu un forte terremoto. Il sole divenne scuro come panno da lutto e la luna color sangue. Le stelle del cielo caddero sulla terra, come i fichi acerbi cadono dall�albero quand�� colpito da vento impetuoso.

La volta celeste si squarci� e si arrotol� come foglio di pergamena; tutte le montagne e le isole furono strappate via dal proprio posto. I re della terra, i governanti, i comandanti di eserciti, le persone pi� ricche e potenti andarono a rifugiarsi nelle caverne e fra le rocce insieme a tutti gli altri, schiavi e liberi; e dicevano ai monti e alle rocce: �Cadeteci addosso e nascondeteci, che non ci veda Dio dal suo trono, e non ci colpisca il castigo dell�Agnello...��.

Ma questo castigo che parrebbe fin qui universale, fondato sulla spietata determinazione di colpire indiscriminatamente l�intero genere umano, si rivela finalizzato a colpire solo gli empi, risparmiando i giusti. Quattro angeli ai quattro angoli della terra trattengono i quattro venti perch� neanche un soffio d�aria possa muovere foglia. Un quinto angelo, sopraggiungendo da oriente come un sole, intima loro:

�Non devastate n� la terra, n� il mare, n� gli alberi finch� non abbiamo segnato in fronte i servi del nostro Dio�.

Ne vengono segnati centoquarantaquattromila, provenienti dalle dodici trib� d�Israele. Si salveranno, e non sono gli unici. Si aggiunge loro �una grande folla di persone di ogni nazione, popolo, trib� e lingua, che nessuno riusciva a contare�.

Cantano tutti, agitando rami di palma davanti al trono e all�Agnello:

�La salvezza appartiene al nostro Dio, che siede sul trono, e all�Agnello�.

Sono i martiri, spiega uno dei ventiquattro vecchi a Giovanni, che vengono dalla �grande persecuzione�, purificati dal sangue dell'Agnello.

�Per questo stanno di fronte al trono di Dio, e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario, e Dio che siede sul trono sar� sempre vicino a loro. Non avranno pi� n� fame n� sete, n� soffriranno il sole e l�arsura. L�Agnello avr� cura di loro come il pastore ha cura delle sue pecore, e li guider� alla sorgente dell�acqua che d� vita, e Dio asciugher� ogni lacrima dei loro occhi�.

Solo adesso che sono stati segnati quelli da salvare adesso che Sono stati posti limiti certi alla strage rigeneratrice l�Agnello apre il settimo sigillo.

�Si fece silenzio in cielo per circa mezz�ora�.   

Continua�.