Renzo Baschera

PROFEZIE SUL MONDO CHE SARA'

Gruppo editoriale Armenia

Il tempo delle acque amare Parte quarta

Dalle Centurie profetiche dell’Abate Ladino

 Centuria LXVIII

Del Babilo cuore e dell’ulivo seccato

  1. Batte in Euro casa, Babilo cuore, - nel tempo in cui crocifisso sarà l’amore.
  2. Cuor di mercanti, cuor di balivi. - Guardate: stan seccando gli ultimi ulivi.
  3. Hydraser bilancia, su ara dorata, - dai figli bastardi sarà adorata.
  4. Unico carro, unica storia, - e unica sarà la grande baldoria.
  5. Perché nel tempo del carro trio, - il mondo intero pagherà gran fio!
  6. Griridano i muri parole di Popa, - e la voce di doma è sempre più fioca.
  7. Gridano i savi dell’eremo Scario, - segnando col dito il vuoto sacrario.
  8. Ma l’amor di mercante batte sul rame: - è qui che s’intrecciano fosche trame.
  9. Carpe diem, nel sole velato; - quel che rimane è tutto donato.
  10. Cento campane diffondon voce mesta. - Ma il gran balivo parla di festa.
  11. La festa di Babilo, cuor di Sicheo, - che tutto coinvolge nell’unno torneo.
  12. Ma l’ora è fatale, nel giorno dell’humo: - è qui che il mercante andrà in fumo.
  13. Pannonia sconvolta, ricuce la toppa, - ma la gran merlatura è ormai tutta rotta.
  14. Cadono i merli del segnato castello, e cadono tutti sull' antico avello.
  15. Sarà nel quinto tempo del Gran Risorto, - che il mostro Babilo sarà dichiarato morto.

L’ "Euro casa" potrebbe essere la Comunità Europea, che sorge appunto nel cuore dell’Europa, nel Belgio e nel Lussemburgo. E questo il tempo dei mercanti. Si pensa solamente all’aspetto economico della vita. I sentimenti, la famiglia, la vita interiore, passeranno in second’ordine.

Tutti saranno coinvolti nella grande adorazione del vitello d’oro, e non si accorgeranno che "stan seccando gli ultimi ulivi". La pace sta agonizzando. Il capitalismo (Hydraser) troverà nel "Babilo cuore" il suo altare. E sarà adorato.

Il "carro trio" vuole forse simboleggiare le tre maggiori potenze della Comunità: Germania, Gran Bretagna e Francia. Questo "sodalizio di mercanti" farà pagare al mondo intero "gran fio", grande punizione, castigo. Sorgerà una reazione alla "legge dei mercanti". E i muri delle case saranno segnati dalla morte.

Alla fine, anche i Savi si ribelleranno, perché starà avanzando una grande carestia. L’ "eremo Scario" non ha oggi un’interpretazione. Potrebbe trattarsi di una organizzazione mondiale che verrà in soccorso alla Comunità Europea, al fine di evitarne il crollo completo e definitiVO.

E bene approfittare del giorno (carpe diem), perché il "sole velato" (avvelenato) porterà sulla terra la morte. Il tempo che rimane "è tutto donato". L’inganno appare nella "voce mesta" delle campane e nella "festa" del "gran balivo". C’è una sofferenza nascosta.

Non sottovalutiamo "l’unno torneo", cioè la Germania, che finirà per approfittare del crollo della Comunità Europea, per "rilanciare le sue aspirazioni imperiali". Interviene però qualcosa (forse si tratta di forze naturali che tendono a riequilibrare la sconvolta natura). E il disegno dell’unno non potrà essere completato.

La Pannonia è sconvolta (l’Europa centrale). I merli del castello (dei mercanti) cadono miseramente.

Finisce il sogno della Comunità Europea.

Ciò avverrà nel "quinto tempo del Gran Risorto". E questo un messaggio che al momento attuale non ha un’interpretazione. Forse è da mettere in relazione con il cinque (quinto) e l’età di Cristo (trentatré anni).

 

CENTURIA LXIX

Della luna, delle stelle e delle angeliche voci

  1. Mani terrose si alzano al cielo, - violando d’Iperion il serto.
  2. E Selenia, dea violata da Apollo, - presenta il morto deserto.
  3. Fermate il bianco pilento, - bruciate i sogni beati:
  4. Inizia il tempo del falco impazzito - che sorvola Nefele e non più i prati.
  5. Di serpente in serpente il ferrigno - tesse la trama;
  6. E la statua sognata finisce - nel porto della Gran Dama.
  7. Qui, le stelle sovrane, - come liberi uccelli in cielo,
  8. Di gabbia spezzan le reti - e tesseran del tempo nuovo velo.
  9. Il nome doppiato del Santo Pio - sarà vestito di angeliche voci;
  10. Ma nel tempo del sordo pagano, - la chiesa avrà perso le croci.
  11. La voce dell’Angelo Santo - qui si spegne in nuda foresta.
  12. Impazzita è la strada del viro, - scordando che di Dragon, nulla resta.
  13. In domo Nefele, Laverna è sovrana: - dell’Angelus, la voce si è fatta pagana.
  14. Rotta è la luna, in cupa stellata, - nel ballo si è persa la croce nostrana.
  15. Cuor dolorante: la chiesa è un rovaio, - tace del gregge l’antica campana.

Il messaggio inizia con un gesto di disperazione: le mani alzate al cielo. Iperione, l’antico nome del dio sole, sta diventando nemico della Terra. E Selenia (Selena, dea lunare) "svela" il suo morto deserto.

Il messaggio si riferisce alla conquista lunare. Il veggente consiglia di frenare la corsa alle ricerche spaziali. Il "pilento" (carrozza usata dalle monache romane) vuole qui rappresentare la "navicella spaziale". E questo perché sta iniziando il tempo "del falco impazzito", che sorvola Nefele (dea delle nubi).

Si preparano eventi nefasti, nel campo della ricerca spaziale. Il cielo sta diventando nemico degli uomini. E questo, mentre l’alta tecnologia realizza mezzi sempre più sofisticati per l’esplorazione.

La "statua sognata" simboleggia, forse, la conquista dello spazio; ma il sogno finisce "nel porto della Gran Dama", cioè della morte. Le stelle "riprendono" la loro libertà. E non accettano più l’avvicinamento dei terrestri.

Sulla terra, la scienza sta accumulando una serie d’insuccessi. Ma l’uomo non sa aprire gli occhi, dinanzi alla realtà. Per questo, quando il nome del "Santo Pio" (cioè del pontefice) sarà "doppiato" (ciò che è avvenuto la prima volta con Giovanni Paolo I) l’uomo sarà "avvertito" da angeliche voci.

E qui sembra di cogliere i messaggi mariani, che dal tempo di Fatima si sono rinnovati con una certa insistenza. In questo contesto di neo-paganesimo, la chiesa "ha perso le croci". E diventata cioè una pedina del sistema.

"L’Angelo Santo" potrebbe indicare un veggente, un personaggio carismatico di grande risonanza. Sarà questo personaggio che "si spegne in nuda foresta".

L’alta tecnologia, il potere dell’oro e del petrolio, finiranno per portare alla pazzia. Laverna (dea romana dei ladri) è sovrana. E regna sul mondo "nuovamente" pagano.

"Tace l’antica campana", la fede semplice, genuina del popolo.

 

CENTURIA LXX

Della resurrezione di Caino e delle piazze insanguinate

1.       Nel tempo della guerra cancellata, - oltre il fuoco del Santo Lino,

2.       Vedrete passare sulla terra - l’ombra fosca di fratel Caino.

3.       Le stelle sanguineranno sulle corone. - Sanguinerà la legge sulle piazze.

4.       E molte saranno le pietre antiche, - segnate dal sangue a larghe chiazze

5.       Caino vuole bruciare la casa - dei vecchi, per insediare il nuovo.

6.       Ma un mostro di natura truffaldina, - sta per nascere dall’antico uovo.

7.       Sarà una rosa, sarà una ghianda, - sarà una falce o un braciere.

8.       La mela è marcia, la parola è falsa, - tutto è un rovaio nel gran paniere.

9.       Scorre e scorre, sul mondo sonnecchioso - sangue di corona e sangue di legge.

10.   Rinnovando dell’aquila la storia - che alla fine ha bruciato il gregge.

11.   Epinicio sarà segnato da doppio segno, - quando sanguineran gli uccelli e i pesci ferrosi.

12.   E doppio sarà di giubilo il sangue - nei giorni della fine dolorosi.

13.   Il nome della pace bianca - vedrà i cieli foschi e ancor rugosi.

14.   Solenne sarà il tempo della luna - segnata da quell’ombra solitaria.

15.   Il mondo è un cimitero in festa: la vecchia antica è già nell’aria.

L’umanità vive un tempo di pace. O meglio, s’illude che sul mondo ci sia la pace.

E interessante notare l’accostamento del "fuoco" al "Santo Lino", cioè alla Sindone, custodita nel duomo di Torino. E questo un vaticinio sulla recente tragedia.

Sarà in questo tempo che sulla terra passerà "l’ombra fosca di fratel Caino". Tradimenti, sangue, lotte fratricide. Molte piazze "sanguineranno". L’inizio della guerriglia potrebbe partire dai popoli slavi.

Si assisterà a una lotta senza tregua tra i conservatori delle tradizioni e i rinnovatori. Di queste tensioni, di questo disordine, approfitterà "un mostro". E qui vengono elencati alcuni simboli di questo "mostro": la rosa, la falce o il braciere (la fiamma, il fuoco), che potrebbero essere anche simboli di partiti politici.

La mela (la terra) è marcia. Alla corruzione si aggiunge la violenza. Gravi fatti di sangue coinvolgeranno uomini di stato e uomini di legge.

Alla fine, spunterà ancora "l’uomo forte". L’uomo capace di fare pulizia. Ma l’uomo forte avrà un costo, che sarà pagato da tutta la società. Si rinnoverà la storia dell’aquila e della gloria. E qui il veggente ricorda le Epinici (Epinicio), le feste in onore del vincitore, lasciando intendere appunto che ci sarà "l’uomo forte". L’uomo capace di vincere.

La "pace bianca" potrebbe indicare un periodo di tregua. Un periodo di pace, di serenità. Ma il cielo rimarrà sempre "minaccioso, fosco".

Il "tempo della luna" potrebbe invece indicare la ripresa delle ricerche spaziali e "l’insediamento" dell’uomo sulla luna.

Significativo è l’ultimo vaticinio: "Il mondo è un cimitero in festa". C’è una tragedia che non si vede. I popoli sono in festa, ma "la vecchia antica", la morte, è già nell’aria.

 

CENTURIA LXXI

Della notte di Tholmai e dell’annunciata catarsi

  1. Avverrà la trista historia, - quando il libro non avrà più gloria.
  2. E quando il serpente di Lucifero nato, - darà gran luce sul vuoto sagrato.
  3. Sarà la notte della farina: - sarà la notte di Libitina.
  4. Sarà la notte del quarto cavallo, - sarà la notte del perfido gallo.
  5. Del Mundio la sfida, del censo la spada: - Eridio in Popa farà gran strada.
  6. Quando Demetra il grano raccoglie - e Gea madre non avrà più le doglie,
  7. Le stelle rotonde, rompono il velo, - e tornano nel libero cielo.
  8. Ecco la notte di Tholmai segnato: - ecco la notte del Gran Rinato.
  9. La voce ottomana grida in Galizia. - Moravia e sassonia oltraggino Pizia.
  10. Le spade incrociate, in Flege et Angue: - a mezzanotte scorre gran sangue.
  11. Con l’Angelus pio, la spada ora tace - e cade sul rudere, la ruvida pace.
  12. Astiage in lacrima sciolta, - è roncata del cielo la volta.
  13. Poi, lavata la spada sanguigna, - dal delubro si passa alla vigna.
  14. La domina giostra è finita; - è il massaro che regge la vita.
  15. E sul ponte Erula voce - di Cun-Hardo segna la croce.

La "trista historia" dovrebbe avere per protagonista un alto personaggio della chiesa. Un personaggio che finirà per allontanare molti fedeli. Il veggente parla difatti di "vuoto sagrato".

Questa "storia" culminerà in una tragica notte: la "notte del quarto cavallo", la notte di Tholmai.

Tutti i simboli, assieme con Libitina, lasciano scorgere l’inizio della catarsi. Della distruzione, per ritrovare una vita a misura d’uomo.

La "sfida" partirà dal "mundio" (l’antico diritto germanico che riconosceva al capofamiglia il diritto assoluto sui componenti il nucleo familiare).

Esploderà pertanto "la rabbia del popolo". E la scintilla si potrebbe avere nella valle padana (Eridio). Qui, la Popa (l’aiutante sacerdotale, nei sacrifici), farà strada.

Nel tempo in cui si raccoglierà il grano, avverrà gran turbamento nella terra (Gea). E nel cielo.

Turbamento della natura e turbamento degli uomini. Il vaticinio riguardante le stelle che ritornano nel "libero cielo", potrebbe riguardare gli Stati Uniti d’America, destinati a fare la stessa fine dell’Unione Sovietica: si "sgretoleranno" nel giro di una notte.

E qui abbiamo la "notte di Tholmai". Si tratta di un messaggio alquanto ermetico. Potrebbe indicare il nome di un personaggio (Tommaso?) ma potrebbe anche avere riferimenti geografici o storici.

Sappiamo solo che, durante questa notte "morirà qualcosa di grande e nascerà qualcosa di grande". Avverrà insomma un cambiamento profondo, radicale. Un cambiamento annunciato da Pizia (sacerdotessa che proferiva gli oracoli, a Delfo).

Sul sangue versato (fraterno?), piangono anche i re (Astiage, ultimo re della Media). Ma il tempo per riprendersi è breve. Si lava pertanto la spada e si ritorna a coltivare la terra (vigna).

I tempi saranno nuovi. E questa volta sarà il massaro (amministratore agricolo) a "reggere la vita".

I "barbari" (Eruli, di stirpe germanica) detteranno nuova legge. Mentre un personaggio misterioso (Cun-Hardo) porterà la "nuova croce". Forse rinnoverà la chiesa.

Fine