Tratto da:Le profezie del Ragno Nero

Autore Renzo Baschera    Armenia Editore

 

Il decennio della cenere 1991 - 2000

Parte Terza

 

1998 - Demolizione del tempio

 

Rughe millenarie si apriranno sulla pietra e i giorni sanguine­ranno. Il volto dell’uomo-serpente è una piaga. Eppure le labbra si piegano ancora in una smorfia di sorriso.

Ercole è sceso nel tempio

E i pilastri si sono piegati

Come canne al vento

Duemila sorelle

Vegliano nel cielo

Ma solamente alcune vestono di luce.

Una lunga processione si snoderà tra i pilastri piegati come uomini vinti. E l’ultima esaltazione dell’uomo Pietro.

E il tempo delle meraviglie. Vecchie terre scompariranno come goccia d’acqua durante un temporale. Nuove terre sbocceranno come fiori all’alba di una radiosa giornata.

Sulla piazza del tempio stanno sorgendo le ortiche e l’uomo edi­ficherà una nuova casa. Sarà questa la «Casa del Salice». Qui verrà gettata la semente del Principe e qui s’innalzerà la fiamma del grande fuoco.

I pilastri di pietra bruceranno come ceppi di rovere. Il muro cadrà. Quattro fratelli avranno la ghirlanda della donna. Uomini odoranti di fango e vestiti d’oro costruiranno una diga sul fiume.

E qui finirà il lungo rosario della cicala.

Anima mia vola

Anima mia conquista le nubi.

L’uomo

E un serpente

Perché la terra

E uno sciacallo.

Otto legionari formeranno la guardia del Principe e il suo cavallo d’acciaio passerà sui mantelli degli ultimi mercanti del­l’anima.




L'interpretazione

Nei vaticini si colgono due messaggi di morte che riguardano il Vaticano. Si dice infatti: «Rughe millenarie si apriranno sulla pie­tra (Pietro) e i giorni sanguineranno». E poi: «Una lunga proces­sione si snoderà tra i pilastri (le colonne di piazza San Pietro?) pie­gati come uomini vinti». L’anno precedente si annunciava anche «il canto di frate! Jacopone», il Dies irae, il canto dei morti.

L’omicidio-suicidio delle guardie svizzere e della moglie del comandante Estermann era stato pertanto annunciato. E non è tutto. Negli ambienti vaticani serpeggia un profondo malessere, che sfo­cerà in altri fatti di sangue, o comunque in reazioni incontrollabili.

Il messaggio riguardante «l’ultima esaltazione dell’uomo Pietro» è probabilmente da mettere in relazione con il viaggio di Giovanni Paolo II a Cuba.

Altre due profezie si stanno avverando. «Vecchie terre che scompariranno come goccia d’acqua»: il riferimento è ai fiumi di fango che hanno seminato il terrore e la morte in Campania. Sono poi profetizzati maremoti, perché «nuove terre sbocceranno».

Ma la parte più significativa del messaggio profetico riguarda «la nuova casa». Si tratta dell’Unione Europea. Il vaticinio non è però incoraggiante, perché essa viene definita «Casa del Salice» e il salice è simbolo di sofferenza. (Ricordiamo il pianto sotto i sali­ci, durante l’esilio in Babilonia). Il Veggente associa la «Casa del Salice» (l’Unione Europea) al «Principe» (l’Anticristo). E pertanto un messaggio allarmante, funesto.

Si stanno bruciando le tradizioni (i pilastri di pietra), per la gran­de ammucchjata, ossia l’unione delle forze capitaliste e socialiste.

«Il muro cadrà», annuncia il Veggente. E nessuno si rende conto che crollando il muro «della radice», germoglieranno la sofferenza, il conflitto e la delusione. Ma sarà necessario del tempo, prima che la gente si renda veramente conto di ciò che sta accadendo. E que­sto anche per i grandi cambiamenti atmosferici. E per la prolifera­zione dei test nucleari (India). Interessante il simbolo degli «uomi­ni odoranti di fango e vestiti d’oro», intenti a costruire una «diga sul fiume». Potrebbero essere gli artefici del potere occulto, che hanno edificato l’Europa economica, l’Europa dell’alta finanza, mentre l’unica via di salvezza era l’Europa della solidarietà, dell’a­more fraterno.




 

1999 - Resurrezione di Caino

 

La strada è immersa nella notte. Le spalle dell’uomo sono can­dide come colombe. Sorge, dalla terra battuta da mille generazio­ni, «il figlio del male». Sarà questo l’alfiere del Principe Nero. Sarà questo che scuoterà l’ulivo.

E giunto il tempo della pestilenza. Nei cieli apparirà l’arcange­lo, ma sarà il «figlio del male».

Nei cieli apparirà la luce, ma sarà il Principe Nero.

Verdi labari trionferanno al vento e il coltello di Caino sarà pulito in una bandiera che avrà il colore del latte e del sole.

Il manto del Principe Nero sarà steso sul villaggio dei pescato­ri e il pesce diventerà serpente e il serpente sarà scannato ai piedi di San Nicola.

Una foresta in fiamme sprofonderà nel ventre della genitrice e lingue di fuoco si eleveranno alle nubi cariche di tempesta.

Come un segno sarà il tremore che serpeggia intorno alla terra e demolisce villaggi e città. La parola del Principe Nero è un ‘onda che inghiotte la nave; è una folgore che spezza la quercia. Dove passa il suo tallone i fiori si spezzano e l’erba ingiallisce. I figli leveranno i coltelli contro i padri e i padri contro i figli.

Genti barbare prenderanno possesso delle città e genti civili andranno nella foresta.

Le terre dei profeti saranno sterili per più generazioni. Ma il grano non serve più a sfamare i poveri figli di Eva. A levante gli uomini verdi costruiranno una tana, dove cadrà il grande Principe della Notte e sarà legato con corde, come si usa fare con gli scia­calli.

Sarà allora che i cieli si rovesceranno.



L'interpretazione

 È opportuno riflettere su alcuni punti del messaggio. Soprattutto sul «pesce che diventerà serpente».

Il pesce è un simbolo di vita ed inoltre uno dei maggiori simbo­li della chiesa (basti pensare all’acrostico di Cristo e ai primi fede­li che venivano chiamati «pisciculi». Ma il pesce, annuncia il Veggente, si trasformerà in serpente.

Questo vuol dire che la vita, i rapporti umani «saranno sempre più avvelenati». E il veleno salirà fino al soglio pontificio.

Sta morendo la tradizione. Si muovono i primi passi su un terre­no franoso. La paura vestirà molte giornate. Anche perché c’è nel­l’ aria una pestilenza. Ma la grande pestilenza è nei cuori.

E' tempo di inganni («Nei cieli apparirà la luce, ma sarà il Principe Nero»). I «verdi labari» lasciano intendere il trionfo della Lega.

Vivremo pertanto un tempo di grandi contrasti. Da una parte si registrerà la spinta alla grande ammucchiata (l’Europa Unita), men­tre dall’altra assisteremo alla spinta secessionista.

E tra le due follie molti rimarranno schiacciati. Per ora si salve­rà il vitello d’oro, con i suoi servi. Ma sarà una salvezza tempora­nea. In questo tempo si osserverà una intensificazione dei movi­menti sismici: «il tremore che serpeggia intorno alla terra».

E, forse, in questo «tremore» sarà coinvolta anche la terra di San Nicola. Potrebbe trattarsi di Bari, o di qualche località poco lontana.

Le «genti barbare» che prenderanno possesso delle città potreb­bero identificarsi con gli extracomunitari, che un po’ alla volta sostituiranno i residenti in una pacifica invasione.

Stanno cambiando molte cose. E questo finirà per cagionare un diffuso nervosismo.

Particolare attenzione va poi rivolta allo Stato di Israele («le terre dei profeti»). Le terre che diventano «sterili» sembrano allu­dere all’uso dell’energia atomica.

Potrebbe essere l’energia atomica, impiegata a scopo di pace, a portare il disastro. Non è necessaria la guerra per portare la morte.

A levante (la Russia) il potere vacilla. Qualcosa sta crollando definitivamente. E, come sempre accade, «gli sciacalli» ne appro­fitteranno.

 


 

2000 - Gloria del fuoco

 

È tardi per alzare gli occhi al cielo. Tutto sarà fugace come un lampo. Tutto sarà violento come la folgore.

La strada finisce

Alla sommità del colle.

La quercia

Non è più che

Una canna marcia

Come la vita dell’uomo.

E al di là della quercia

La notte...

L’impero del Principe è durato quindici lune. Al primo quarto della sedicesima luna amare gocce di sudore formeranno la coro­na per il banchetto delle tenebre.

E qui il Principe sarà barattato per trenta fiori appassiti. L’ultimo scoglio sarà una montagna di fuoco. Sentirete le fiam­me salire in gola e la bocca sarà secca, come la sabbia del deserto.

Sentirete il vuoto e cercherete di aggrapparvi al fuscello vagan­te, che fu la barca di Pietro.

La terra scivolerà verso il mare e trascinerà le genti. L’acqua sarà fuoco e nella fiamma si concluderà un tempo.

Finalmente sulla terra ritorneranno a sbocciare gli ingenui fiori dell’età verde. La cicala canterà libera.

Al fuoco seguirà la pace. Una pace solenne, una pace maestosa, senza limiti, senza orizzonti. Sulle macerie di duemila anni, quat­tro sparuti superstiti capiranno che tutto è stato un sogno amaro. Capiranno che la vita non era gloria, ma pace.

Lasciate che l’ulivo rinverdisca, ma bruciate la rosa.

La vita dell’uomo, animale viziato, è finita.

Rendiamo di ciò grazie al cielo.

 

L'interpretazione

Sta bruciando qualcosa. Qualcosa d’importante. Si stanno bru­ciando, forse, «le anime», le tradizioni dei popoli, per la grande ammucchiata.

La quercia, simbolo di stabilità, di forza, sta diventando una «canna marcia». E questo simbolo potrebbe riferirsi alla Germania, artefice di un nuovo potere economico, che finirà per essere schiac­ciata dallo stesso potere economico.

Al di là della nuova Europa, annuncia il Veggente, c’è «la notte». Lo smarrimento, l’incertezza, l’insicurezza, il caos.

Il «Principe » potrebbe rappresentare il potere occulto, il vitello d’oro. L’Europa dei capitali e dei profitti finirà con il «banchetto delle tenebre». E il suo tempo sarà di «quindici lune».

Questo tempo terrestre, probabilmente, è solo indicativo. Non si tratta pertanto di quindici cicli lunari, ma di «quindici tempi».

Altro simbolo importante, ma alquanto ermetico, sono i «trenta fiori appassiti». Potrebbero essere trenta nazioni ridotte sul lastrico.

E qui abbiamo un nuovo messaggio di trasformazione radicale. Il Veggente usa termini impressionanti: «una montagna di fuoco» e la «sabbia del deserto». Non rimarrà nulla, quindi. E il riferimento, ancora una volta, potrebbe riguardare le radici, le tradizioni.

Molti cercheranno rifugio nella chiesa. Ma anche la chiesa cadrà nella trappola del vitello d’oro. C’è un’ombra sul Vaticano (terrorismo?).

Duemila anni fa cadeva l’impero romano, ma sorgeva la grande promessa del cristianesimo. Ora sta cadendo l’impero del vitello d’oro, la gente comune è smarrita e non sa dove rifugiarsi. Perché la chiesa non è più che un «fuscello vagante».

La terra che scivola verso il mare indica terremoti e maremoti.

«Sulle macerie di duemila anni» emergeranno però quattro superstiti (quattro nazioni?) che avranno ancora la forza e il corag­gio di riprendere la strada della saggezza.

Passerà la gloria di un sogno. E trionferà la pace.

L’ulivo (le sinistre?) ritorna a rinverdire. Mentre la rosa (le destre?) sarà bruciata.

Qui finisce un uomo e una vita. L’uomo che adora il vitello d’oro. E la vita fondata sui beni materiali.

Fine…