Tratto da: Le profezie del Ragno Nero

Autore Renzo Baschera    Armenia Editore

 

Il decennio della paura  2001 - 2010

 

Dies irae

 

Durante questo decennio trionferà la paura. Ed è una paura giu­stificata perché «si scatenerà l’ira di Dio».

Gli uomini, creature sempre più fragili, saranno terrorizzati dalla loro stessa ombra. Si sentiranno smarriti, in un mondo destinato a diventare sempre più piccolo.

Crolleranno due idoli (il capitalismo e l’alta tecnologia?) e l’uomo si sentirà confuso, disarmato.

Mancheranno molti punti di riferimento, anche perché la chiesa commetterà l’errore di partecipare all’irresponsabile gioco della civiltà decadente, fondato sull’adorazione del vitello d’oro.

Sarà in questo tempo che i cieli saranno solcati da una candida colomba. Ma la «grande macchina» (l’informatica?) la scambierà per un corvo.

E il corvo sarà abbattuto. Il suo sangue macchierà il cielo. E macchierà gli uomini senza pace, condannati all’esilio.

Sarà in questo tempo che l’acqua del mare si trasformerà in sangue marcio.

E così sarà per i fiumi e per i laghi. Mentre i cieli saranno coperti da un sudario odorante di sepolcro.

La natura, atterrita, rimarrà a guardare l’ultima pazzia dell’uomo. Prima di ribellarsi. Prima di riprendere il proprio ritmo.

Perché il tempo della paura sarà anche il tempo in cui la natura sarà umiliata e oltraggiata.

La rosa sarà sporcata. Poi sarà spogliata, e i petali saranno bruciati.

Nessuno vedrà la cenere dei petali di rosa. Ma sarà questa cenere a salvare l’umanità.

Qui finirà la grande pestilenza. Perché la paura è una pestilenza che colpisce soprattutto chi ha perso la fede.

 

 

2001 - Dal Monte Sepolcro

Nessuno avrà sentito parlare di guerra. Ma la guerra è passata. Nessuno avrà visto la spada. Ma la spada ha ucciso. Dalla montagna del sepolcro vedrete

l‘uomo cadere e risollevarsi; vedrete l’uomo trascinare l’uomo come una sacca senza vita e senza forma.

Non piangete su ciò che è cenere, perché mai fu luce.

Non piangete su ciò che chiamarono uomo, perché mai fu uomo.

La terra in molti luoghi ha un volto nuovo. Alcune terre fiorenti saranno diventate paludi; alcune paludi saranno diventate terre fiorenti.

Il fiume non darà più acqua e alcune terre strappate all‘acqua ritorneranno all’acqua.

In questo tempo molti si chiederanno che senso può avere ancora la vita. E la disperazione ne ucciderà molti.

Ma quelli che rimarranno saranno la buona semente.

L’estate comparirà due volte. E più volte comparirà l’inverno.

Vedrete nevicare al tempo della mietitura e vedrete fiorire la rosa al tempo della neve.

La stagione della viola e la stagione del crisantemo diventeranno una favola per i bambini della generazione di Abele.

Dal Nord giungeranno degli uomini, che metteranno le loro tende nel grande ombelico. Parleranno una lingua del tutto sconosciuta e tra di loro parleranno senza aprire bocca.

Nel cielo non ci sono più aquile. E il cielo è finalmente pulito.

Una legge per i tempi che saranno verrà portata sulle macerie di Roma da un uomo vestito di bianco, con una macchia rossa all‘altezza del cuore.

 

L'interpretazione

Si  volta una pagina nella storia dell’uomo. Saranno coinvolti soprattutto i Paesi dell’Est. Nella Russia c’è una ferita aperta, che finirà per fare dell’uomo «una sacca senza vita e senza forma».

Cambiamenti nei rapporti umani. Si parlerà sempre meno con la lingua, e si parlerà sempre più con i mezzi informatici, che faranno dell’aria un miscuglio velenoso di onde elettromagnetiche.

La terra ha cambiato volto in più parti: «alcune terre fiorenti saranno diventate paludi». Si annunciano pertanto terremoti. E si annuncia un periodo di siccità («il fiume non darà più acqua»). E di turbamenti della natura.

Si diffonde la disperazione. E questo, probabilmente, perché verranno a mancare i punti di riferimento che hanno guidato i padri e i padri dei padri. La fede vacilla. La famiglia entra in profonda crisi.

Significativo è il messaggio secondo il quale «l’estate comparirà due volte». E la stessa cosa avverrà per l’inverno.

Questo lascia intendere che il turbamento della natura sarà profondo. E le stagioni saranno sconvolte, al punto tale che «vedrete nevicare al tempo della mietitura».

Non sottovalutiamo poi il vaticinio sulla «generazione di Abele». Qui, il personaggio biblico ha un valore simbolico. Abele è la vittima. Come l’umanità sarà la vittima di un sistema creato dalla stessa umanità.

E non sottovalutiamo il messaggio riguardante gli uomini del Nord, che metteranno la loro tenda «nel grande ombelico».

Si annuncia l’esodo dei popoli dell’Est, che convergeranno nella Mitteleuropa, mettendo in crisi tutti i Paesi industrializzati.

E alquanto significativo l’annuncio che «parleranno senza aprire bocca». L’informatica e l’alta tecnologia finiranno per coinvolgere tutti. Saranno queste le fondamenta della rinnovata Torre di Babele.

Sulle macerie (morali?) di Roma rimarrà però «un uomo vestito di bianco» (il pontefice?). Avrà «una macchia rossa all’altezza del cuore». E questo lascia pensare a un attentato alla persona del Santo Padre o, comunque, al Vaticano.

 

2002 - E' passata la notte

Dalla terra del padre s’innalza un filo di fumo che copre, come un fungo, il fiume e la pietra lucente.

E passata la notte ed è passata la morte.

Un terzo delle spighe di grano saranno tagliate e verranno gettate nel fuoco perché nei loro chicchi

si nasconde il veleno.

Il sole rimarrà offuscato per un terzo della maturazione.

Guai all’uomo che metterà la sua tenda sulla sepoltura.

Guai all’uomo che raccoglierà l’erba sotto il fungo. Guai all‘uomo che si lascerà prendere dallo sconforto.

Giungerà dal Paese Solare un saggio maestro di vita, mentre l’orfano starà curandosi le ferite nella caverna.

Nel tempo in cui maturava l’uva, ci sarà un grande prodigio nel cielo.

Un prodigio nel mare ci sarà quando scenderanno le nebbie.

Un prodigio nella terra nel tempo in cui nella terra di Abramo si aprirà una grande ferita.

C’è qualcosa che continua a morire.

E lasciate che la Grande Madre trionfi.

C’è qualcosa che si affaccia alla vita.

Molti nati in questo tempo entreranno nella vita con le piaghe.

Molti saranno vittime delle piaghe. Ma ci saranno anche coloro che riusciranno a vincere le piaghe.

La vita avrà una misura diversa.

E così anche la gioia e il dolore avranno diverse misure.

Non lasciatevi prendere dall‘affanno per i turbamenti: tutto passerà, trascinando la gramigna della pace.

E questo il tempo in cui una terra sepolta ritornerà alla luce. E l’uomo dovrà rifare la sua storia.

 

L'interpretazione

La notte è un simbolo di paura, di smarrimento. Significativo è l’accostamento del «fumo» e del «fungo» a questa paura. Potrebbe pertanto trattarsi di un «incidente» atomico.

«Un terzo delle spighe» potrebbe essere un riferimento biblico:

«la terza parte degli uomini» (Ap. 9, 15). Il veleno che si nasconde nei chicchi di grano potrebbe invece indicare l’avvelenamento dell’habitat e dei cibi.

Preoccupante è anche il vaticinio sul sole che «rimarrà offuscato». Si può pensare a «macchie solari», o alla distruzione della fascia di ozono.

La «sepoltura» potrebbe invece riguardare una zona morta della terra, dove avverrà «l’incidente» atomico.

Dall’Oriente («Paese Solare») giungerà «un saggio maestro di vita». Potrebbe essere un personaggio, come pure una ideologia. E sembra che questo evento coincida con «un grande prodigio nel cielo» (una cometa o la caduta di un meteorite).

E un prodigio si avrà anche nel mare e nella terra. Sarà in questo anno che si verificheranno segni e prodigi; mentre in Israele («la terra di Abramo») si preparano eventi angoscianti.

I cambiamenti saranno evidenti. Molte cose alle quali l’uomo credeva ciecamente moriranno. E sta nascendo qualcosa. Potrebbe trattarsi di una nuova ideologia (la naturalcrazia?), o di un nuovo movimento politico (che riguarderà soprattutto l’Italia).

Le piaghe (del tempo vecchio) continueranno però a tormentare molti uomini, rimasti imprigionati dalle leggi del vitello d’oro.

Il messaggio è chiaro: «La vita avrà una misura diversa». Cambierà tutto. Si chiuderà un’epoca e crollerà un sistema. Per lasciare lo spazio a un nuovo tempo e a un nuovo sistema.

Anche l’amore e il dolore avranno una dimensione diversa.

L’ultimo messaggio lascia scorgere un maremoto, durante il quale «una terra sepolta ritornerà alla luce».


 

 

2003 - L'angelo mietitore

L’angelo dalle quattro ali, inviato sulla terra per recidere l'ulti­ma spiga della vecchia messe, è ritornato in cielo.

Sulla terra è rimasto uno straccio di carne consumato dal tempo, vegliato da un cane randagio.

Mani ignote chiuderanno le mani, per deporle ai piedi della col­lina, dove il chiarore lunare culla la pace, dove il vento mormora incomprensibili parole per l’uomo..........................