Tratto da: PROFEZIE DEL MILLENNIO

Secondo: EDGARD CAYCE

Autore dell'opera: Mark Thurston

Gruppo Editoriale Armenia

 

profezie DELLE CIVILTÀ PRECOLOMBIANE

Una fonte di antiche profezie sul nostro tempo particolarmente degna di nota è rappresentata dalle civiltà sviluppatesi nell'America settentrionale e centrale prima dell'arrivo di Colombo. La più antica è quella dei maya, le cui tracce archeologiche più remote, ritrovate nell'area costiera dell'attuale Belize, risalgono al 9000 a.C. Nel 2500 a.C. i maya avevano già stabilito degli insediamenti agricoli.

La chiave del loro successo era un sistema di calendari complesso, altamente sofisticato, che permetteva di determinare con estrema precisione i periodi della semina o del raccolto. Questi calendari nascevano da osservazioni attente del cielo, condotte nell'arco di molte generazioni, e integravano diversi sistemi di misurazione del tempo, ciascuno dotato di una propria periodicità. Il più significativo dei calendari maya contemplava un anno solare di trecentosessanta giorni (suddivisi in diciotto mesi di venti giorni ciascuno), mentre il calendario che aveva valore sacro contava duecentosessanta giorni (suddivisi in tredici mesi di venti giorni ciascuno). Ogni cinquantadue anni, lo stesso giorno ricorreva in entrambi i calendari. Questo ciclo, detto "giro del calendario", è la base di molte profezie, non soltanto maya, ma anche di altre culture dell'America centrale e settentrionale profondamente influenzate dai maya.

Di particolare interesse per uno studio comparativo con le profezie del millennio di Cayce è il ciclo di quattrocento anni che i maya chiamavano "baktuns" e la serie di tredici baktuns consecutivi chiamata Grande Ciclo (cinquemiladuecento anni). Il Grande Ciclo attualmente in corso terminerà il 21 dicembre 2012. La profezia maya descrive, intorno a tale data, eventi alquanto spaventosi, mescolati però a segni di speranza e di rinnovamento. Per la generazione che vive durante questo periodo di svolta epocale sopraggiungerà "il giorno in cui il sole verrà oscurato dalla grande tempesta". Ma infine le benedizioni scenderanno a rinnovare l'umanità: "gli ornamenti scenderanno copiosi e vi saranno doni per tutti". Sebbene le date non coincidano esattamente con quelle su cui Cayce insisteva, nondimeno i temi della transizione dolorosa e della grazia conclusiva sono impressi in entrambe le fonti profetiche.

Prima della fine del decimo secolo d.C., i sofisticati e impressionanti centri di cultura dei maya furono abbandonati per ragioni ancora ignote. La civiltà maya continuò, ma a un livello modesto di vita di villaggio; altre civiltà, ancora fortemente influenzate dai progressi dei maya, salirono alla ribalta: aztechi e toltechi. Quetzalcoatl, personaggio divino ed eroico di fondamentale importanza in queste culture, era una fonte di profezie sui tempi di trasformazione. Il suo nome è traducibile sommariamente come "spirito di luce". Era un personaggio venerato come antico maestro del popolo nella matematica, nell'agricoltura, nella teologia e nelle arti.

La leggenda narra che Quetzalcoatl ritornò (ovvero si reincarnò) approssimativamente intomo al 947 d.C. Esiste una considerevole controversia riguardo alla data della sua prima incarnazione, ma alcuni studiosi sono dell'opinione che egli non abbia avuto esistenze precedenti e che ogni figura precedente sia da considerare come mitologica. Altri studiosi asseriscono che Quetzalcoatl fu un personaggio storico, vissuto in un'epoca precedente alla nascita di Cristo. Il famoso fìlofoso esoterico Manly Palmer Hall, ad esempio, scrive in Twelve Worid Teachers: "In un tempo remoto, un grande re-iniziato sorse tra le civiltà del Messico e dell'America centrale. È impossibile, a distanza di tanti secoli, determinare in quale periodo visse, ma si può affermare con una certa sicurezza che fu alcuni secoli prima dell'era cristiana". In Voices of Earth and Sky, l'antropologo Vinson Brown descrive il Quetzalcoatl originale come il "Grande Profeta del periodo dal 200 a.C. all'inizio dell'era cristiana".

In questa seconda vita tra la sua gente, Quetzalcoatl predisse molti eventi importanti e cicli di cambiamento che si sarebbero avvicendati nei mille anni a venire. Le sue profezie affermavano che nella quinta era, tuttora in atto, vi sarebbero stati tredici cicli, ciascuno di cinquantadue anni. Durante questi seicentosettantasei anni la coscienza e il libero arbitrio sarebbero scemati. Quindi sarebbero seguiti nove cicli, anch'essi di cinquantadue anni, che sarebbero stati dominati dalle tenebre infernali.

Gli studiosi indicano l'anno 843 d.C. (alla fine del periodo classico della cultura maya) come punto di partenza di questi cicli. La reincarnazione di Quetzalcoatl si sarebbe avuta alla fine dei primi due cicli di cinquantadue anni. L'analisi dei fatti storici rivela alcune interessanti corrispondenze: trascorsi i primi seicentosettantasei anni (ovvero la serie di tredici cicli di oscuramento della coscienza e del libero arbitrio), Cortez giunge in America con le sue truppe, nel 1519, e dopo una breve lotta conquista e sottomette la gente di questa regione.

Il 1935 è l'anno d'inizio dell'ultimo ciclo di cinquantadue anni di tenebra infernale. È interessante notare che questa data segna l'inizio delle manovre di Hitler in vista della seconda guerra mondiale. Il 1987 (1935 più 52) è l'ultimo anno della serie di cicli oscuri. Poi, secondo la profezia, dovrebbe giungere la "grande purificazione" che rammenta la visione di Cayce sui cambiamenti globali. Questa purificazione sembra terribile: l'equilibrio della natura verrà perduto, le maree degli oceani non seguiranno più alcuna regola, città e montagne crolleranno, livellate da grandi terremoti. Sebbene il 1987 non abbia registrato questo tipo di distruzioni, resta da chiedersi se il momento sia stato rimandato o se le scelte umane abbiano in qualche modo alterato il corso del futuro; in effetti, una seconda profezia riporta che l'intensità delle sofferenze associate alla purificazione dipende dalle scelte dell'umanità.

Nonostante l'intensità di questo processo purificatore, le profezie contengono una visione di speranza: una nuova era di cooperazione, pace e prosperità è destinata a nascere. Quetzalcoatl promise di tornare "al tempo dei pronipoti dei conquistatori bianchi" e di dare avvio a un nuovo insieme di cicli: "un'età d'oro di rinascita spirituale, armonia planetaria e, per molti, il risveglio della coscienza della Vita Divina".

Gli indiani hopi del Nordamerica vantano anch'essi un'antica tradizione profetica che presenta notevoli parallelismi con le previsioni di Cayce. Gli antenati degli hopi erano gli "anasazi" (gli antichi), montanari le cui tracce più remote risalgono al 100 a.C. Nel 500 d.C. gli hopi avevano sviluppato una cultura agricola e pacifica che occupava un territorio corrispondente all'attuale sudovest degli Stati Uniti. La loro civiltà raggiunse l'apice intorno al 1100 a.C.; a quell'epoca risalgono gli impressionanti edifìci costruiti a Mesa Verde, in Colorado, e a Chaco Canyon, nel New Mexico.

Fonte delle profezie hopi si dice sia Massau'u, loro maestro spirituale dell'epoca. Le antiche profezie hopi erano scolpite su tavolette di pietra, affiancate da una tradizione interpretativa orale che veniva tramandata dagli anziani della comunità.

Alcune di queste profezie riguardano eventi prossimi alla fine di quest'epoca, nel calendario hopi; quelle riguardanti l'avvento di automobili e telefoni si sono avverate ("carri senza cavalli" che si muovono lungo "serpenti neri" che attraversano la terra, e "ragnatele" che permettono alla gente di comunicare a grande distanza).

Tra le profezie vi è un petroglifo, o figura incisa sulla roccia, che illustra il destino degli hopi. In una sezione si vedono due linee del tempo orizzontali: quella superiore rappresenta la nostra società moderna, materialistica e tecnologica, mentre quella inferiore rappresenta il mondo hopi, in armonia con le forze naturali. Lungo la linea materialistica si vedono figure umane con le teste staccate dal corpo, un'immagine azzeccata per l'uomo contemporaneo i cui sentimenti sono spesso dissociati dall'io razionale.

Nel petroglifo vi sono anche due linee verticali che collegano le due linee del tempo orizzontali. Una delle linee di collegamento, simbolo di un'occasione per la società materialistica di ricollegarsi alla saggezza degli hopi, è situata cronologicamente nelle immediate vicinanze di una coppia di cerchi che gli interpreti ritengono essere le due guerre mondiali. Il secondo collegamento verticale è situato subito dopo i due cerchi, nelle coordinate temporali in cui ci troviamo approssimativamente oggi. Esiste pertanto l'opportunità, ma non la certezza, per la società tecnologica di riunirsi alla saggezza degli antichi. Se tale opportunità non dovesse essere colta, la profezia del destino mostra un altro periodo di grande distruzione. Al di là di questo punto dell'incisione profetica, la linea del tempo per la società materialista svanisce gradualmente fino a scomparire. L'altra linea orizzontale del tempo, quella in armonia con l'ordine naturale, continua.

Molte profezie hopi si sono apparentemente realizzate: la generale morìa di alberi; le persone che costruiscono una casa e poi la lanciano nel cielo (forse lo Space Shuttle o la stazione orbitante Mir)\ e i drastici cambiamenti nel clima. Vista la conferma ottenuta con questi segni, gli hopi credono che la prossima fase delle profezie, quella riguardante gli eventi previsti intorno all'anno 2000, abbia anch'essa buone probabilità di realizzarsi. Il Grande Giorno della Purificazione sarà traumatico, ma spalancherà le porte all'era successiva. Sono previsti alcuni cataclismi, come la guerra, la carestia e i terremoti. Ma la loro gravita è in una certa misura determinabile dall'umanità. La visione hopi del futuro include l'opportunità di alleggerire gli effetti delle catastrofi, a patto che l'umanità lavori unita con lo spirito giusto.