Tratto da: Le Grandi Profezie  Autore Franco Cuomo

 

Fatima, il "terzo segreto"  Parte Prima

 

 

 

È talmente diffuso e radicato nell’umanità intera l’interesse — la sug­gestione, la curiosità, e anche l’apprensione — per il mistero connesso alla profezia più popolare del nostro tempo, cioè quella di Fatima, tut­tora vincolata allo scioglimento di un “terzo segreto”, da indurre certe guide del mondo islamico a rivendicare come appartenente al loro contesto religioso la Signora dell’apparizione.

Sostengono infatti gli ayatollah iraniani — e lo hanno puntigliosa­mente ribadito nell’ottobre 1995, dando risonanza televisiva alla loro rivendicazione — che non si sarebbe trattato della Vergine Maria, ma­dre di Gesù, ma della santa musulmana Fatima, figlia di Maometto e Kadigia, sposa del mistico guerriero Ali, fondatore della fazione sciita in seno alla religione coranica.

Non a caso, secondo il loro punto di vista, Fatima avrebbe scelto per manifestarsi una località contrassegnata dal suo stesso nome, anche se posta nel cuore di un territorio di antica tradizione cattolica. Il che avrebbe potuto interpretarsi, oltre tutto, come un intento di sottolinea­re il significato universale della profezia, tale da coinvolgere le genti d’ogni credo.

L’aspetto della Signora, come venne chiamata con un termine che poi è sinonimo di Madonna dai tre piccoli veggenti ai quali apparve, sa­rebbe ben potuto corrispondere, d’altronde, a quello di una pia donna musulmana, dal capo velato e l’elegante figura ravvolta in un’ampia tunica.

Né può ignorarsi che la stessa denominazione della città di Fatima dovrebbe farsi verosimilmente risalire alla dominazione araba, e in specie all’influenza dei califfi fatimidi, discendenti appunto dalla fi­glia di Maometto.

L’ipotesi è tuttavia inaccettabile, data l’evidente impossibilità di conciliare l’amore espresso dalla Signora per il genere umano nella sua complessità planetaria, senza contrasti di fede o di dottrina, con l’intransigenza propria del fondamentalismo sciita, l’ala guerriera dell’Islam, che appunto si riconosce nella stirpe di Fatima e Ali, por­tatrice di rivoluzione e di martirio, fino all'azione suicida nel nome della jihad.


Al di là, dunque, di queste fantasie temerarie ma meritevoli comun­que di rispetto, in quanto espressione di un sincero coinvolgimento spirituale negli eventi cui si riferiscono, le apparizioni di Fatima devo­no farsi rientrare nella più pura (e consolidata) tradizione mariana.

Ne fanno fede le affermazioni stesse della protagonista, che nei suoi messaggi ai tre piccoli portoghesi si presentò come «Cuore Immacola­to di Maria» e «Madonna del santo Rosario», facendosi precedere da un angelo che invitava ad adorare «il preziosissimo corpo, sangue, ani­ma e divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo». Parole che tolgono ogni dubbio sulla matrice indiscutibilmente catto­lica dalla quale prese forma, sia pure in un’ottica di affratellamento universale, il disegno misterioso di Fatima e delle sue profezie.

Anche lo spirito alato si profuse, come la Madonna, in premonizioni e ammonimenti. Disse di essere l’Angelo della Pace e, in un’altra oc­casione, del Portogallo. Emanava una luce chiarissima e si librava su­gli alberi, mostrando l’aspetto di un ragazzo di circa sedici anni. Porse ai bambini un calice nel quale gocciolava sangue da un’ostia levitante nell’aria, diede loro la comunione e disse che Cristo era «terribilmen­te offeso dall’ingratitudine umana», anticipando con questa considera­zione uno dei più severi avvertimenti di Maria: «E se l’umanità non si opporrà [alla fabbrica di armi sempre più potenti] non potrò fermare il braccio di mio Figlio».

Famoso tra gli insegnamenti dell’angelo è rimasto il testo di una bre­vissima preghiera, divenuta popolare tra i credenti per la sua sempli­cità, che così recita: «Mio Dio credo, spero, ti adoro e ti amo; ti do­mando perdono per quelli che non credono, che non sperano, che non ti adorano e che non ti amano.»

 

 

Il sole impazzito di ottobre

 

Le sei apparizioni di Fatima, città dell’Estremadura a 125 chilometri da Lisbona, avvennero tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917. Ne furo­no testimoni tre piccoli pastori che solevano portare il proprio gregge al pascolo in una campagna detta Cova de Iria: Lucia dos Santos, di dieci anni, Francesco e Giacinta Marto, di nove e di sette. Ad essi si aggiunsero masse di fedeli, il cui puntuale afflusso fu reso possibile dal fatto che le visioni corrispondessero a precise scadenze di


calenda­rio, il 13 di ogni mese.

Fenomeni spettacolari, visibili alle migliaia di devoti o semplici cu­riosi convenuti sul luogo delle apparizioni, accrebbero la suggestione dell’evento. Nuvole irradianti strani colori solcarono il cielo di Fati­ma il 13 agosto; due lampi salutarono l’apparizione il 19 agosto, no­nostante il sereno. Pallide nebbie avvolsero i tre bambini il 13 set­tembre, mentre una sfera luminosa gravitava in lontananza e intorno piovevano petali bianchi. Ma un’impressione del tutto particolare su­scitò una sorta di eclissi solare il 13 ottobre, tanto più sensazionale per il fatto che la Signora l’aveva preannunciata in una precedente apparizione.

«A ottobre opererò un miracolo», aveva detto, «in modo che tutti cre­dano».

L’annuncio aveva attratto più di cinquantamila persone, le quali non restarono deluse. Il fenomeno, per giustificare il quale gli scienziati parlarono di “aurora boreale”, fu accompagnato da un moto vorticoso del sole, che parve sul punto di precipitare sulla terra spandendo intor­no una combinazione imprevedibile di colori. Vi fu del panico tra i presenti, ma anche una vampata indescrivibile di fede.

Lucia, la più grande dei tre pastori, è divenuta in seguito suora e in­terlocutrice dei pontefici avvicendatisi da allora sul trono di Pietro. E l’unica diretta depositaria della profezia all’approssimarsi della sca­denza indicata, cioè «prima della fine del secolo». Francesco e Gia­cinta si ammalarono e morirono poco dopo, uccisi forse dall’inten­sità meravigliosa di eventi insostenibili per le loro tenere piccole ani­me.

Francesco cessò di vivere il 4 aprile 1919, Giacinta il 20 febbraio 1920. Anche la loro fine venne predetta.

E la stessa Giacinta che riferisce a Lucia, prima di morire, la predi­zione ricevuta nell’ottobre 1918: «La nostra amata Signora mi visitò e disse che presto Francesco sarebbe stato chiamato in cielo. Poi mi do­mandò se io avessi voluto convertire ancora più peccatori. Io le dissi di sì. Allora la Santa Vergine mi avvertì che però avrei dovuto patire mol­to in un ospedale per la conversione dei peccatori, come oggetto espia­torio per lavare i peccati contro il Cuore Immacolato di Maria e di Ge­sù».

Le dice ancora, nell’ultimo incontro, quando Lucia va in ospedale a visitarla: «Maria santissima mi ha detto che sarò inviata in un altro ospedale. Non ti vedrò più, così anche non vedrò più i miei genitori. Soffrirò molto, poi morirò. Ma non dovrò avere paura, perché Lei sarà con me e mi porterà in Paradiso». Le comunica inoltre che, a differen­za di lei e del fratellino, vivrà: «Le domandai [alla Madonna] se fosse stato possibile che tu venissi con me, e Lei rifiutò».


Ma questo Lucia già lo sapeva per averlo appreso direttamente dalla Signora nel corso dell’apparizione del 13 giugno. «Vorrei pregarvi di prenderci con voi nel cielo», le aveva chiesto Lucia in quell’occasio­ne. «Sì, verrò presto a prendere Giacinta e Francesco», aveva risposto la Madonna, «ma tu dovrai restare quaggiù più a lungo. Gesù vuole servirsi dite per farmi conoscere e amare».

Lucia è l’unica dei tre ad avere rivolto la parola alla Vergine. France­sco l’ha solo vista; Giacinta l’ha vista e ascoltata.

Il distacco tra le due bambine fu penoso. «Mi fa molto male sapere che io e Francesco entreremo in paradiso e tu resterai ancora per un lungo periodo sulla terra», pianse Giacinta nel salutare l’ultima volta l’amica. «Quando verrà la guerra non avere paura, io sarò in cielo e pregherò per te.»

Con questa rassicurazione patetica, tenerissima, si dissero addio Lu­cia e Giacinta, dopo averlo già detto poco meno di un anno prima a Francesco.            (Continua)…