Tratto da: Le Grandi Profezie  Autore Franco Cuomo

Newton & Compton Editori

 

I sei misteri di Medjugorje    Parte Prima

 

Con l’approssimarsi del Duemila le apparizioni mariane sono anda­te intensificandosi a dismisura, e acquistando una valenza prevalente­mente profetica. Il loro numero è cresciuto al punto tale da far sì che la metà circa delle manifestazioni di cui si ha notizia dall’inizio del­l’era cristiana ai giorni nostri (cioè 455 su 997) sia stata registrata in questo secolo ventesimo.

Quasi tutte, inoltre, ripropongono con variazioni minime le profezie di Fatima e La Salette.

Una specifica profezia sull’inizio della seconda guerra mondiale, a breve termine, si ebbe il 15 settembre 1938 nella campagna bretone, dove una giovane donna che accudiva le mucche (la ventottenne Jeanne-Louise Ramonet, di Kérizinen) ebbe la prima di molte visioni mariane, succedutesi poi per anni. La Signora le comunicò che una nuova guerra era alle porte, e malinconicamente aggiunse: «Io la ritarderò di qualche mese, perché non posso restare sorda alle pre­ghiere che in questo momento si levano verso di me per la pace, lag­giù a Lourdes».

Il mondo era in grave tensione, e molti avevano recepito i preceden­ti appelli mariani alla preghiera. Hitler si era già annesso l’Austria e proprio in quei giorni otteneva con gli accordi di Monaco la cessione dei Sudeti.

Maria riuscì a «trattenere il braccio» di suo Figlio, come aveva già detto in altre occasioni, per un anno: il primo settembre 1939 il Reich invadeva la Polonia, provocando l’intervento tardivo di Francia e Inghilterra.

Alla seconda guerra mondiale si riferiva anche l’immagine della «luce del sole oscurata dalle nubi della battaglia scatenata dal mali­gno», preconizzata nel 1925 dalla veggente tedesca Anna Henle, paralitica e stigmatizzata fin dall’età di sedici anni. Disse di avere ricevuto la visita della Signora di La Salette che l’esortava a pregare, promettendole che dopo l’oscuramento il sole avrebbe ripreso «a illu­minare il mondo al cospetto di Dio».


Veggenti di Guerra


 

Le visioni profetiche si moltiplicarono negli anni della guerra, e non furono sempre di tono catastrofico, ma latrici talvolta di speranza. A Dublino, nel settembre del 1939, proprio nei primi giorni del conflit­to, una donna semicieca “vide” la Madonna che calpestava un drago infernale tenendo in braccio il Bambino. «Non temere», le disse, «la guerra non raggiungerà l’Irlanda». Come di fatto avvenne.

A Bauxières, in Francia, si ricevettero messaggi con i quali la Vergine spiegava che la tragedia doveva attribuirsi alle bestemmie degli uomi­ni, senza prevedere però alcun ravvedimento, poiché negli anni succes­sivi disse Maria il fervore religioso sarebbe ulteriormente scemato. Sarebbe diminuito l’afflusso dei fedeli alla messa domenicale, aggiun­se, e il rito del matrimonio avrebbe perduto l’antica sacralità. Ma que­sto sarebbe accaduto dopo la guerra, il che significava che quell’atroce massacro doveva finire: non era la fine del mondo.

Il conflitto in corso e l’ansia di scorgerne la fine non distolsero tutta­via l’attenzione dei veggenti dalle prospettive apocalittiche di fine millennio. Nel 1941 a Lauquiniz, in Spagna, la Signora apparve vesti­ta di nero colore insolito nelle manifestazioni mariane, denso di lugubri presagi annunciando che un giorno non lontano «si vedrà luccicare una grande croce in cielo e la giustizia divina scenderà sul mondo». Quel giorno «un vento rovente si leverà su tutta la terra, e molti moriranno di terrore».

Rinnovò in quest’occasione i suoi moniti, facendo un accorato riferi­mento alle profezie rimaste inascoltate. «Io sono apparsa in diversi luo­ghi del mondo», disse, «ma sono ancora troppo pochi a credere in me». Toccò a una impiegata olandese di nome Ida Pederman, donna dalla vita apparentemente grigia ma destinata ad attraversare una delle più intense esperienze mistiche di questo secolo sotto la guida del domenicano Frehe, testimone di molte sue visioni, ricevere il 25 marzo ad Amsterdam la profezia più attesa: «Vedo croci uncinate cadere...».

L’annuncio della fine della guerra in un momento nel quale la Ger­mania appariva già in tutta evidenza sconfitta (firmerà la capitolazione l’8 maggio) non si direbbe a prima vista così eccezionale. Che le croci uncinate stessero cadendo dappertutto, in Europa, era sotto gli occhi di tutti. Ma la visione della Pederman è molto più complessa di quanto parrebbe, perché si articola su di una tale varietà di indicazio­ni simboliche da investire l’assetto futuro del mondo nei più impre­vedibili sviluppi, politici e religiosi. Ida Pederman vide, simultaneamente alla caduta delle svastiche, stelle che sparivano.

Vide più avanti una colomba nera volare via dal Vaticano e una bianca sopraggiungere.


 Fu tenuta per mano da Maria e condotta nel giardino sovrannaturale della Gerusalemme Celeste, dov’è «la vera giustizia, che bisogna ritrovare, se non si vuole perde­re il mondo nuovamente». Vide infine la Madonna sparire, nell’ulti­ma visione del 1958, e comparire al suo posto un’ostia sanguinante su di un calice, che una volta riempito traboccava, inondando la terra. Si possono interpretare le stelle sparite dal cielo quale segno del­l’imminente scomparsa di nazioni di antica tradizione religiosa, come le repubbliche baltiche, annesse all’Unione Sovietica. Nell’avvicen­damento tra le due colombe sulla Chiesa si può invece cogliere il senso del rinnovamento destinato a scaturire dal concilio Vaticano II: quella nera porta via con sé l’antico spirito religioso, quella bianca introduce il nuovo. E la Vergine stessa a fornire questa chiave d’inter­pretazione, dicendo alla veggente che occorre tra i fedeli «una nuova educazione, più al passo con i tempi, più sociale».

Quanto al sangue che gronda dal calice sulla terra, non è quello tra­gico delle stragi ma la linfa redentrice del Cristo. Teologi ed esegeti del simbolismo religioso sono concordi nell’interpretare questa immagine in un’ottica salvifica, come segno di rigenerazione per l’u­manità attraverso il rito dell’eucarestia. E il mito portentoso del Graal che sopravvive nella moderna simbologia visionaria: il sangue che trabocca dalla coppa della mistica cena è vaccino e medicina contro ogni male per quanti ne sono inondati.

La visione della Pederman era peraltro accompagnata dall’eco di una voce maschile che così risuonava, fuori di ogni equivoco: «Chi mi mangia e mi beve riceve la vita eterna e il vero Spirito».

Alla veggente olandese la Signora si presentò come «Madre di tutti i popoli», una denominazione in armonia con l’urgenza universalmen­te sentita, dopo gli orrori della guerra, di solidarietà internazionale.

 

 

Una discesa all'inferno

 

Riprendono con il dopoguerra i messaggi riconducibili in maniera più diretta alla tradizione apocalittica di Fatima e La Salette.

Nel 1947 a Montichiari, in Lombardia, la Madonna appare durante una funzione in duomo e dice: «Gesù non può più sopportare le pesanti offese. Voleva mandare un castigo sulla terra. Ma io», prose­gue, ripetendo un’espressione ricorrente in diverse apparizioni ante­cedenti, «ho trattenuto la sua mano e ottenuto ancora misericordia».

Sua interlocutrice è Pierina Gilli, un’infermiera dell’ospedale di Montichiari che già in precedenza è stata protagonista di fenomeni occulti. Ha ricevuto tra l’altro la visita notturna di demoni che l’han­no percossa violentemente, ricoprendola di lividi. E stata costretta, per liberarsene, a rifugiarsi presso le suore dell’ospedale in cui lavora.


Ha avuto una visione, in quella spaventosa circostanza, dell’inferno.

Era un luogo sovraffollato, a quanto riferì poi, di preti venuti meno ai loro voti: «La prima schiera di dannati è formata dalle anime consacra­te dei religiosi che tradirono la loro professione, la seconda da quelli che sono morti in peccato mortale, la terza dai sacerdoti di Giuda...».

Venti anni dopo, il 17 aprile 1966, sempre tramite Pierina Gilli, la Signora arricchirà di significati questi fenomeni di Montichiari crean­do un’analogia con Lourdes. Ordinerà alla donna di recarsi presso la grotta di Fontanelle, poco lontano dal centro abitato, dov’è una sor­gente, e lì dirà: «Mio Figlio è pieno d’amore e mi ha inviato in questo posto per rendere taumaturgica la fonte». Si noti com’è diverso il lin­guaggio da quello usato con Bernardette. Maria usa un aggettivo come «taumaturgica», che la piccola veggente francese nella sua ignoranza non avrebbe mai potuto comprendere, mentre Pierina, per la sua espe­rienza di cose sanitarie, è in grado di recepirlo correttamente.

«Io desidero che qui gli infermi e tutti i miei figli possano venire a questa fonte miracolosa», dirà inoltre, «ma dì ai fedeli che desidero anche la loro devozione al Santissimo Sacramento, perciò vadano prima in chiesa a onorare il mio Figlio divino e a ringraziarlo di tanta grazia e misericordia».

E la dialettica di Fatima, tendente a sollecitare nel popolo di Dio la preghiera come presupposto della grazia. Sia che si tratti di guarire, come in questo caso, che di essere risparmiati dal flagello punitivo finale. Anche con Fatima, oltre che con Lourdes, la Signora di Montichiari stabilirà un nesso, qualche settimana dopo, apparendo in un campo di grano il giorno del Corpus Domini, 9 giugno. «Voglio che questo grano», dirà a Pierina, «giunga in molte ostie a Roma e di lì a Fatima, il 13 ottobre».

Così, tra prodigi, grazie e profezie che si annodano tra loro, la rete dei fenomeni mariani s’infittisce con l’approssimarsi del nuovo mil­lennio, tendendo a tradurre tutte le cose dette dalla Madonna in un unico messaggio. Che può apparire nel suo complesso ripetitivo, ma va sempre più tingendosi di millenarismo tragico nello stringere del tempo.

«Quando tutti gli uomini avranno fiducia nella mia potenza ci sarà la pace», dice la Vergine in un bosco vicino a Pfaffenhofen in Germania, il 25 aprile 1946. E un messaggio, commenta il vescovo, che «sintetizza quasi tutto quel ch’è stato detto nelle precedenti appa­rizioni».

Dirà la stessa cosa a Turzovka, in Cecoslovacchia, nell’estate 1958:

«Se le nazioni si convertiranno a Dio vivranno sulla terra in pace, felicità, armonia, bellezza». Si rivolge a una guardia forestale, che dopo le prime apparizioni verrà internata in un manicomio dalle auto­rità comuniste. Un identico messaggio sarà recepito a Saigon, nel 1963, dalle suore di un convento nel quale la


Madonna si manifesta più volte: «Dio vuole donarvi la pace, ma solo se praticherete la pre­ghiera e l’amore per il prossimo».     (Continua)