Tratto da:

NOSTRADAMUS - SETTIMO MILLENNIO

Autore: Luciano Sampietro

Edizioni Piemme

 

 

 

TEMPI CONTEMPORANEI

 

La morte di Diana

Il penultimo chiamato Profeta,

 avrà Diana per riposo e giornata,

 per folle testa errerà senza meta,

gran gente d’impaccio sarà levata.

(Centuria 11, quartina 28)

 

Valutando la triste Filomella,

 che in pianti e grida sua pena novella,

 e pertanto i suoi giorni ha raccorciato,

 seicentocinque, essa non vedrà uscita

 al tormento, ormai la tela è cucita,

 grazie ad essa il derelitto è aiutato.»

(Sestina 18)



La quartina 11,28 descrive la morte di Diana d'In­ghilterra e costituisce un tipico esempio delle difficol­tà nel decifrare le quartine.

Il primo verso costituisce il complemento oggetto della proposizione, che nella forma diretta suona così:

Diana prenderà per suo giorno (fatale) e riposo (eter­no) quello intitolato al penultimo profeta. Diana morì nel giorno del calendario cristiano intitolato a san Gio­vanni Battista, penultimo profeta, l’ultimo essendo il san Giovanni Evangelista autore dell’Apocalisse. La sua morte viene attribuita a una «frenetica testa» che la con­duce in giro a lungo. Infatti morì a causa dell’autista che, avendo perso il controllo, andò a finire contro un pilone.

Con la sua morte Diana libera un gran popolo (quel­lo inglese) da una situazione imbarazzante, che aveva determinato una spaccatura nell’opinione pubblica, combattuta tra la fedeltà alla corona e la sentita parte­cipazione alle vicende familiari di Diana.

La sestina 18 racconta la stessa storia indicando con esattezza l’anno. Infatti l’anno 1605 (della Liturgia) è il1997, dato dalla somma di 392 (anno del Breviario) e di 1605.

Nella sestina, Diana è paragonata a Filomela, la sfor­tunata principessa protagonista del sesto libro delle Metamorfosi di Ovidio.

Filomela era figlia di Pandione, signore di Atene, che aveva dato in sposa l’altra sua figlia Progne a Tereo di Tracia, il tiranno che con il suo esercito aveva debel­lato i barbari che minacciavano Atene. Su richiesta della moglie, che voleva rivedere la sorella, Tereo era giunto ad Atene per prendere la principessa Filomela e por­tarla da Progne. Quando la vide, Tereo se ne invaghì perdutamente. Avuto il consenso di Pandione, Tereo portò dunque Filomela sulla sua nave ma giunto in Tracia, invece di recarsi con lei a palazzo, la portò in una capanna nel bosco e la violentò. La donna urlò a Tereo tutto il suo sdegno e minacciò che avrebbe gri­dato ai quattro venti quell’infamia. Tereo allora le reci­se la lingua con la spada e la tenne prigioniera. Ma Filomela iniziò a tessere una tela sulla quale ricamò tut­ta la sua triste storia e un’ancella portò la tovaglia a Progne, che venne così a saperlo. Progne si recò con altre donne nella capanna - approfittando, travestita, dei baccanali e liberò la sorella, assieme alla quale consumò un’orribile vendetta: uccise il proprio figlio­letto Iti e con le sue carni imbandì il desco di Tereo il quale, ignaro, se ne cibò. Solo dopo che ebbe mangia­to, Filomela si presentò, brandendo il capo mozzato di Iti. Tereo tentò invano di uccidere le due donne, che si trasformarono in uccelli ed egli stesso si trasformò nel­la lugubre upupa.

Diana, come Filomela, osservò per anni un assolu­to silenzio sulle sue vicende matrimoniali. Alla fine, stanca di tacere, si risolse a raccontare tutto pubblica­mente con una lunga intervista televisiva che commosse il mondo («ormai la tela è cucita») e dopo la separazio­ne da Carlo continuò a struggersi nel suo dolore, me­ritandosi l’epiteto di «principessa triste». il suo dolo­re, reso pubblico, provocò un’autentica persecuzione da parte di cronisti e fotoreporters, fino a condurla alla morte.

Diana ebbe però anche il merito di compiere e pro­muovere molte opere umanitarie a favore dei bisognosi e dopo la sua morte sono continuate nel suo nome varie iniziative benefiche (grazie ad essa il derelitto è aiutato»).

Circa l’identificazione di «Philomelle» con Diana, va detto che il nome in greco significa amante della musi­ca. Tale era la dea Diana (o Artemide), sorella di Apollo, spesso raffigurata nell’arte ellenistica con in mano la lyra, lo strumento musicale con il quale Apollo accom­pagnava il suo canto.

 

La morte di Madre Teresa di Calcutta

 

Per morte di dama grande dolore,

 del sangue lasciato madre e tutore,

 dame e signori, i bimbi orfani fatti

in mezzo ai coccodrilli e ai serpenti,

 forti, borghi case, ville, sgomenti

da Dio che può, siano al mal sottratti.

(Sestina 35)

 

La morte di Madre Teresa di Calcutta avvenuta in India, terra esotica (tra serpenti e coccodrilli) ha rat­tristato tutto il mondo e i ragazzi che aveva salvato dalla fame e dalle malattie sono rimasti orfani, avendo perso la madre. Morta Madre Teresa, in un mondo pieno di insidie (da qui il secondo significato dell’inciso «tra ser­penti e coccodrilli»), essi sono solo sotto la protezione di Dio, la cui mano salvatrice il Veggente invoca.



 

Il crollo del muro di Berlino

 

Ante conflitto il gran muro cadrà,

 morto il grande, morte pianta e improvvisa,

 parto imperfetto, dai più si nuoterà,

 presso il fiume, terra di sangue intrisa.

(Centuria II, quartina 57)

 

Nell’edizione del 1557 la parola mur non compare, mentre è presente in alcune successive.

A mio giudizio in questo caso si è trattato di una pura e semplice svista, da momento che senza mur il verso non è più endecasillabo.

Fatta questa precisazione, la quartina non si presta a molte interpretazioni. Dopo la caduta del muro di Berlino, la cui fine segna anche quella dell’Impero So­vietico (il «grande morto»), la disgregazione giunge troppo improvvisa per consentire una riflessione sulla mutata situazione europea e in molti suscita dispera­zione (i comunisti ortodossi). Verrà un grande conflit­to, dovuto alla nuova situazione. Mentre molti paesi ex comunisti riusciranno a stare a galla e imboccare la via della democrazia senza grandi spargimenti di sangue, altrove scoppierà la guerra balcanica e presso il fiume di Sarajevo la terra si tingerà di sangue.

Dopo il crollo del muro la crisi del sistema comuni­sta non ha risparmiato l’Unione Sovietica e il sogno di Gorbaciov di traghettare l’immenso paese per gradi verso un regime più democratico è miseramente fallito con la sospensione di ogni attività del partito comuni­sta dopo il tentativo di golpe. Eloquente è a questo pro­posito la Centuria III, quartina 95:

 

La legge di Moore sarà disfatta,

 per un ‘altra molto più seducente.

 La prima Russia sarà rovinata,

 per doni ed una lingua più attraente.

 

Come già detto da altri interpreti (ad esempio Gior­gi, Nostradamus svelato, Milano 1995), con il termine «Morique» Nostradamus si rifà alla dottrina di Thomas Moore (Tommaso Moro), vissuto tra il 1477 e il 1535, che con la sua Utopia professò ante litteram una dot­trina filosofica molto simile al marxismo.

La quartina chiarisce che i principi comunisti rovi­neranno in quanto la popolazione preferirà la logica del capitalismo delle democrazie occidentali.

La Russia viene indicata con il termine «Boristhenes», che è l’antico nome del fiume Dnieper. La politica ame­ricana iniziata da Reagan fu di accordare cospicui aiuti all’Unione Sovietica, ammorbidendone così. progres­sivamente l’atteggiamento. La situazione economica sovietica non avrebbe consentito di protrarre più a lun­go la sfida con gli Stati Uniti sul piano militare e la decisione del presidente americano di avviare il costo­sissimo progetto di scudo stellare fece comprendere a Gorbaciov che era venuto il momento di mutare poli­tica. Gli eventi precipitarono poi in modo inarrestabile.



L’ascesa al potere

di Vladimir Putin in Russia

 

Come si è visto nel commento alla lettera a Enrico, la soluzione dell’enigma delle vele bizantine condurreb­be all’individuazione dell’attuale premier russo.


Putin ha assunto il potere in Russia il 31 dicembre 1999, in conseguenza delle dimissioni di Eltsin, ormai gravemente malfermo di salute e soprattutto travolto da un grave scandalo finanziario. All’ascesa di Putin fa riferimento a mio giudizio la sestina 21:

 

L’autore dei mali inizierà a regnare,

 Nel seicento sette, senza risparmiare

 Tutti i sudditi della Sanguisuga,

 Subito dopo verrà a poco a poco,

al franco paese attizzando il fuoco,

 ritornando dove iniziò la fuga.

 

Il 607 è l’anno 1607 della Liturgia e corrisponde quindi al 1999 (1607+392), e precisamente l’ultimo giorno del 1999 Putin cominciò «a regnare in San­guisuga», come viene chiaramente indicato nella sesti­na. Il Veggente qualifica il premier russo «autore dei mali» non in considerazione di quanto sta attualmente facendo, ma di quanto dovrebbe in futuro accade­re, a seguire la traccia della lettera a Enrico. L’immi­nente futuro, infatti, dovrebbe riservare la sorpresa di un’alleanza russo-islamica, in questo momento abba­stanza impensabile, considerando la politica russa in Cecenia. Altrettanto impensabile fino a poco tempo fa era un’alleanza russo-cinese ed invece i due stati nell’agosto del 2001 hanno sottoscritto un trattato di reciproca assistenza militare.

La Russia di oggi è figlia del dissolvimento dell’im­pero sovietico, ormai incapace di reggere ulteriormen­te il confronto con l’Occidente (il «franco paese»): può ben dirsi pertanto che essa nacque e si sviluppò grazie alla politica occidentale, costante punto di riferimento per le aspirazioni dei popoli assoggettati al regime co­munista.

Nel prossimo futuro la Russia, sotto la guida di Putin, dovrebbe avvicinarsi minacciosa all’Occidente, portando in esso le fiamme di una nuova ed impensa­bile guerra, approfittando del progressivo indebolimen­to economico e militare dei paesi della NATO, dovuto soprattutto alla scarsità di petrolio e fonti energetiche alternative.

Già verso la fine del 1999 si sono avvertiti i primi sintomi di un radicale cambiamento del mercato petro­lifero e tale crisi, con sensibile aumento dei prezzi, è venuta accentuandosi nel corso del 2000-2001, crean­do non pochi problemi alle economie di vari paesi, spe­cialmente di quelli privi di energie alternative e pertan­to maggiormente tributari.

Nell’immediato futuro si accentuerà la contrap­posizione tra il blocco dei paesi islamici produttori di petrolio e quello dei paesi occidentali industrializzati e consumatori.

A tale fenomeno, a mio giudizio, si riferisce la sesti­na23:

 


Quando la nave, con prua e governale

 Del franco paese e spirto vitale,

 con scogli e onde dal mar sballottata,

 seicentosette e dieci, cuore assediato,

 e dai flussi del suo corpo piagato,

 sua vita su tal mal è rinnovata.

 

Il significato della sestina è che il mondo occidenta­le, come una nave senza governo in un mare in tempe­sta, conoscerà a breve rivolgimenti e lacerazioni, vio­lenze e guerre.

Tutto ciò dovrebbe avvenire (e sta purtroppo avve­nendo) tra il 1999 e il 2009, periodo in cui il mondo occidentale dovrebbe trovarsi sottoposto a un’aggressio­ne così violenta, da mettere in forse la stessa sopravvivenza (<coeur assiegé»). Si tratterà di una tappa neces­saria, sia pure dolorosa, attraverso la quale il mondo avrà modo di rinnovarsi e di imboccare una strada migliore, compiendo un balzo di qualità di enorme portata.

Circa le date indicate, mentre il 607 è sicuramente l’anno 1999 (1607+392), la presenza di una virgola dopo il «sept» e la successiva congiunzione «et», che come in latino può sostituire il segno di somma, inducono a ritenere che la seconda data vada ricavata sommando al 607 il numero 10 e pertanto 1999+10, cioè 2009.