R. BASCHERA - Armenia

 

Le rivelazioni di Gesù al pontefice sul futuro dell'umanità

 

LE PROFEZIE DI PIO XII

 

 

Il tempo della ricostruzione 5°

 

Il grande problema sarà la Cina

«La Cina è una bomba demografica e quando finirà

per esplodere, metterà in crisi il mondo intero».

 

«Quando cadranno gli idoli di Mosca, inizieranno a scricchiolare anche gli idoli di Pechino... All'esaltazione subentrerà l'anarchia e milioni di cinesi cercheranno rifugio in tutto il mondo, aggravando spesso la situazione già precaria di altri Paesi...».

«Il primo, grave pericolo del terzo Millennio sarà la Cina... E sarà coinvolta anche l'Europa, anche l'Italia...».

«Quando si presenterà il problema cinese, non ci sarà più al mondo una potenza in grado di fronteggiarlo; e non ci sarà un Paese in grado di costituire una catena di solidarietà... Sarà un quadro estremamente preoccupante».

«Un numero sempre maggiore di asiatici, soprattutto di cinesi, premerà alle frontiere dei Paesi industrializzati, soprattutto europei, mettendo in crisi economie che un tempo erano fiorenti».

«Le grandi emigrazioni della fine del Millennio turberanno il mondo. La maggior parte dei Paesi non sarà preparata ad ospitare un numero sempre maggiore di persone... La civiltà orientale conviverà con la civiltà occidentale».

«Sarà la fine di un tempo, sarà la fine degli isolamenti tradizionali della civiltà occidentale...».

Sono frasi che Pio XII ha pronunciato tra il 1946 e il 1952. Sono visioni profetiche, sulla Cina e sull'emigrazione dei popoli poveri verso i Paesi industrializzati.

Questa preveggenza si sta già avverando, seppur in modo lento.

Quando crollerà anche il regime cinese - come profetizzato dal Pontefice - emergerà il problema, in tutta la sua drammaticità.

 

 

Nella semplicità la salvezza

«Si arriverà a trasformare l'uomo in un numero. (Leggi  anche Renucio Boscolo)

Ma questo non basterà a salvarlo dal caos...».

 

«I politici parleranno sempre e dovunque della volontà di semplificare la vita e soprattutto di semplificare i rapporti del

cittadino con la pubblica amministrazione. Ma la realtà sarà ben diversa, perché ogni tentativo di semplificazione finirà per complicare ulteriormente la vita».

E ci sono altri «pensieri profetici» di Pio XII sul «pericolo di scivolare verso il caos burocratico».

«L'angoscia non verrà portata dalle guerre o dalle carestie, ma da un tipo di vita esageratamente complicata... La tecnologia, da sola, non semplificherà la vita, poiché è necessaria una precisa, determinata, volontà politica...».

E ancora: «Si arriverà a trasformare l'uomo in un numero... ma questo non significa salvarlo dal caos. È la semplicità della vita che va difesa. E, salvando la semplicità, si combatterà anche la corruzione... perché una burocrazia complicata, pesante, farraginosa, finirà per creare larghi spazi alla corruzione».

Queste parole, viste alla luce della realtà dei nostri giorni, lasciano scorgere un chiaro contenuto profetico. L'uomo è stato trasformato in un numero: il codice fiscale che accompagna dalla culla alla bara. Ma questa operazione non ha risolto i problemi burocratici, che sono sempre più complicati, sempre più difficoltosi, tanto da creare nel cittadino un'avversione verso la pubblica amministrazione.

In questo ginepraio di leggi, di decreti, di norme, di circolari, ha trovato compiacenti spazi la corruzione.

A tutti i livelli.

 

 

La crisi degli interventi sociali investirà l'Europa

«Gli spazi dove avrebbe dovuto operare in primo

luogo la carità saranno occupati da strutture burocratiche

che sfrutteranno le miserie dei più diseredati...».

 

La «giustizia sociale» è un filo invisibile che attraversa quasi tutti i messaggi di Pio XII. E su alcuni punti di questi messaggi sembra di cogliere una preoccupazione «... per le difficoltà che emergeranno nella realizzazione di un efficiente Stato sociale, in grado di aiutare concretamente le persone meno fortunate, gli invalidi, i vecchi, gli orfani».

«È necessaria una grande sensibilità», disse un giorno il Pontefice «per realizzare idonee strutture sociali... Ed è necessaria una giusta valutazione dei bisogni reali, considerando soprattutto la tendenza a burocratizzare in senso negativo, anche gli spazi sui quali avrebbe dovuto operare la carità...».

Forse, in queste parole, si cela il vaticinio sull'allontanamento delle religiose dagli ospedali, dalle case di riposo per le persone anziane e dagli asili infantili.

«Gli spazi dove avrebbe dovuto operare in primo luogo la carità», sono stati - come aveva previsto il Pontefice - occupati dalle strutture burocratiche che spesso sfruttano le miserie della povera gente. E così si è arrivati alla crisi dello Stato sociale.

Ed è una crisi che sta maturando nei nostri giorni e finisce per coinvolgere tutta l'Europa, compresa la Germania, dove la stessa DGB ha finito per proporre un programma di austerità, per il sociale.

E le vere vittime sono, ancora una volta, i più diseredati. Coloro che non hanno più nemmeno la forza di chiedere. Perché i politici che hanno portato allo sfascio lo Stato sociale riusciranno sempre a rifarsi una nuova verginità.

Tutto questo, Pio XII l'aveva profetizzato. Ma aveva profetizzato anche «il ritorno della carità, nei luoghi di sofferenza...». I tempi non sono ancora arrivati. Ma un giorno, quando le strutture burocratiche saranno allo sfacelo vedremo ritornare le religiose negli ospedali e negli ospizi.

 

 

 

Satana colpirà nel cuore la società

«Nel tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia,

sarà il tempo in cui la famiglia entrerà in crisi...».

 

«Satana colpirà nel cuore la società, distruggendo la famiglia... E quando si distrugge la famiglia, si distrugge l'uomo...».

Queste parole vennero pronunciate dal Pontefice nel 1951.

Pio XII aveva esternato in più occasioni le sue preoccupazioni «per i pericoli ai quali andava incontro la famiglia».

Un giorno, parlando a un gruppo di genitori disse: «Diffidate di coloro che parlano molto della famiglia e del tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia, perché sarà questo il tempo in cui la cellula della società entrerà in crisi... in agonia».

E qui è significativo ricordare un recente «Studio sulla famiglia italiana», condotto dal CSS (Centro Studi Sociali): «La parola famiglia entra con sempre maggiore frequenza nelle pagine dei giornali. I progetti di legge a sostegno della famiglia sono stati triplicati nel giro di cinque anni, mentre il numero delle famiglie che si sciolgono continua ad aumentare...».

Pio XII «vedeva» pertanto bene. E «vedeva» bene anche quando dichiarava che: «... Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano la famiglia fondata su leggi naturali, cristiane... Perché si cercherà un surrogato della famiglia tradizionale, tanto da trasformare il focolare domestico in una comunità d'interessi, priva d'amore...».

Ed è proprio la famiglia tradizionale che si sta disgregando. Al suo posto si cercano di legittimare «fantasiose unioni di persone», che possono anche avere interessi comuni, ma non sono vincolate dall'amore.

Tutto questo Pio XII lo aveva profetizzato.

E le amare conseguenze si vedranno nei prossimi anni.