Tratto da : LA VITA DOPO LA MORTE
Autore : PIERRE VIGNE
De Vecchi editore
ALTRE
INCREDIBILI TESTIMONIANZE
Proseguiamo nella scelta delle testimonianze
più interessanti:
PIÙ' VELOCE DELLA LUCE
Ecco un terzo caso:
"C'era molto movimento e gente che
correva intorno all'ambulanza. E ogni volta che guardavo qualcuno chiedendomi
che cosa stesse pensando — perché ero già uscita
dal corpo e potevo vedere tutto — come per un improvviso effetto zoom mi
trovavo subito presso di lui (...). Quando volevo
vedere qualcuno che si trovava molto distante, una parte di me si lanciava come
un razzo verso quella persona. Mi sembrava che qualsiasi cosa succedesse, in
qualsiasi parte del mondo, avrei potuto essere là."
Tutte le testimonianze raccolte concordano
nel rievocare le facoltà del corpo spirituale e la bellezza di
quella nuova situazione. I "sopravvissuti" ricordano di
essere stati in grado di conoscere con precisione i pensieri dei viventi, ma anche di aver sperimentato una profonda e
incolmabile solitudine per l'impossibilità di comunicare con quanti avevano lasciato
sulla terra. Ma chi ha varcato i confini della morte
non rimane solo a lungo. Altri esseri popolano questo strano e meraviglioso
paese: sono gli spiriti di luce, di cui avremo modo di parlare nel prossimo
capitolo.
Per concludere,
vorremmo tentare di fornire una possibile risposta a un'eventuale domanda così
formulata: quella sorta di "razzo che si lancia a velocità fulminea verso
qualcuno" (la persona con la quale il defunto desidera comunicare), che
cos'è esattamente? Evidentemente quella del razzo non è che
un'immagine che può fornirci soltanto un'idea di un fenomeno di per sé
difficilmente spiegabile. Moody e i suoi assistenti non avanzano
alcuna ipotesi in proposito e confessano la loro impotenza di fronte
all'impenetrabilità di questo misterioso avvenimento riferito in numerose
testimonianze.
Secondo un'ipotesi abbastanza plausibile, il
corpo spirituale potrebbe essere un'entità di luce. Ebbene, i fisici affermano
che la luce viaggia alla velocità di 300.000 km/s e che si irradia
contemporaneamente in tutte le direzioni. Il "razzo" descritto dai
testimoni potrebbe essere una sorgente di luce. È dunque possibile che, una
volta varcate le soglie dell'aldilà, il morente non sia nient'altro che luce,
ma una luce particolare, diversa da quella che siamo
abituati a vedere sulla terra, una luce la cui velocità sia persino superiore
ai 300.000 km/s. Avremo modo di ritornare in seguito sull'argomento.
Limitiamoci per il momento ad ascoltare i resoconti delle visioni dei morenti,
a riportare i fatti così come ci sono stati raccontati da coloro i quali li
hanno vissuti e a esporre fedelmente le testimonianze
sulla scissione dell'anima dal corpo. Non ci resta dunque che riprendere il
nostro viaggio nell'aldilà.
L'INCONTRO CON
L'ESSERE DI LUCE
GLI ABITANTI DELL'ALDILÀ ACCOLGONO IL MORENTE
Uno dei motivi che ci spinge a nutrire nei
confronti della morte sentimenti di angoscia e di
terrore è il timore di finire relegati in uno stato di atroce solitudine.
Partiti per un viaggio che immaginiamo senza ritorno e
costretti ad abbandonare parenti e amici, pensiamo di essere destinati
a restare soli con noi stessi. Il resto del mondo, gli altri esseri umani
scompaiono inesorabilmente dalla scena. Ma, fortunatamente,
queste sembrano essere soltanto fantasie di noi esseri viventi. Tutte
le testimonianze sostengono esattamente il contrario. Il morente riceve, una volta giunto nel mondo dell'aldilà, degli aiuti spirituali
che gli provengono da esseri incorporei, ossia da entità spirituali. Il nuovo
arrivato può udire delle voci e intuisce, come in un sogno, delle presenze.
Tuttavia, queste voci e queste presenze si rivelano molto concrete, dal momento che forniscono al morente delle precise
direttive senza le quali sprofonderebbe inevitabilmente nel buco nero. Questi
esseri sono, in alcuni casi, entità ignote, ma, più frequentemente, sono
descritti come spiriti di parenti e di amici
conosciuti e amati in vita.
"Ho udito una voce misteriosa che mi
diceva ciò che avrei dovuto fare" — racconta un testimone. "Era
una voce umana, ma riuscivo a percepirla al di là delle
umane sensazioni uditive. Senza il suo aiuto, non avrei mai trovato il coraggio
di continuare il viaggio."
E un altro testimone
aggiunge: "Senza il loro intervento, sarei sprofondato nella galleria
buia. Sì, immagino che sarei annegato."
Nella maggior parte dei casi si parla di
veri e propri esseri dal corpo trasparente. Alcuni li hanno definiti
"angeli custodi", "guide spirituali incaricate di aiutare i
nuovi arrivati nell'aldilà".
"Mentre ero
morto e scivolavo in una galleria interminabile — racconta un altro
testimone — conversavo con alcune persone. Non è proprio esatto
definirle persone: erano piuttosto degli esseri
incorporei. Comunque sia, avvertivo numerose presenze
attorno a me e sapevo che erano lì per proteggermi. Non sono mai riuscito a
vedere nessuno e, più precisamente, gli esseri che ho incontrato erano immateriali, trasparenti. E
potevo persino discutere con loro: qualsiasi domanda rivolgessi loro, ricevevo
sempre risposta. Mi informavano su ciò che mi sarebbe
accaduto e sapevo che i loro consigli mi avrebbero aiutato a superare gli
ostacoli del viaggio.
"Quegli esseri mi rassicuravano e mi
chiedevano di abbandonarmi con fiducia, così che quel
senso di pace non mi lasciava mai."
Ho avuto modo di ascoltare personalmente la diretta testimonianza di un amico che ha vissuto una
vicenda analoga a quelle che abbiamo appena riportato. Mi riferì di aver avuto
la sensazione, nel momento in cui si separava dal corpo fisico,
di incontrare un amico comune, morto poco tempo prima, che entrambi
rimpiangevamo. "Lo vedevo mentalmente — mi ha
detto — sentivo la sua presenza. Lo potevo distinguere molto
chiaramente, eppure non aveva niente di fisico."
Una parente mi ha raccontato che, in seguito
a un intervento chirurgico che le sarebbe potuto
costare la vita, mentre si trovava sospesa tra la vita e la morte, si accorse
che molte persone circondavano il suo letto. Si trattava evidentemente di esseri incorporei, spiriti di persone che la morente
aveva un tempo conosciuto. Queste entità sembravano contente di poterla
rivedere; le dissero che le si erano manifestate per
proteggerla e per guidarla. "Era — aggiunse la donna — come
se tornassi a casa dopo una lunga assenza e trovassi mia madre ad accogliermi
sulla porta, con un sorriso. Fu una magnifica giornata."
L'INCONTRO CON L'ESSERE DI LUCE
Inaspettatamente, queste entità spirituali
si dileguano, scomparendo dinanzi all'apparizione dello spirito supremo: l'essere
di luce. Quanti prima erano accorsi per accogliere il
morente al suo ingresso nell'aldilà, per aiutarlo, proteggerlo, prodigargli
preziosi consigli, impedendogli con il loro intervento di naufragare nel buco
nero, senza alcun preavviso abbandonano la scena. Ma non lasciano il loro
protetto a un destino di solitudine, né permettono
che questi venga inghiottito dal nulla. Sembra che, una volta portata a termine
la missione che era stata loro affidata, sia giunto
il momento di congedarsi. Senza rendersene neppure conto, il
morente è sul punto di toccare una tappa essenziale del suo viaggio nel
mondo della morte. Privato del suo corpo fisico, rivestito di uno strano corpo
sottile, dopo aver percorso una parte del cammino in compagnia di amici o di parenti morti, il defunto è ora costretto ad
arrestarsi al cospetto di una folgorante apparizione. È l'essere di luce,
questa ineffabile, straordinaria, abbacinante manifestazione di luce intensa e
chiarissima la cui descrizione ricorre nella quasi
totalità dei racconti. Si tratta di uno splendore sovrumano, che i testimoni
giudicano inesprimibile a parole. Tuttavia, pur restando abbagliati dall'intensità di questa luce, i morenti sono in grado di
vederla senza che la vista ne rimanga offesa, distinguendone agevolmente forma
e colori.
La personalità dell'essere di luce viene percepita dal corpo spirituale, che sente emanare da
lui un calore e un amore che sarà poi incapace di esprimere una volta tornato a
rivestire le umane sembianze. Il morente si sente irresistibilmente attratto dall'intensità dell'amore che si sprigiona
dall'essere di luce, nei confronti del quale egli si sente incapace di opporre
resistenza.
Ma chi è l'essere di
luce? È forse Dio? Cristo? Un angelo? Coloro che hanno fatto ritorno non sono
in grado di esaudire il nostro desiderio di
conoscenza. Possono soltanto parlarci della sensazione di totale abbandono
provata al cospetto dell'essere di luce, una sensazione tanto intensa e avvolgente
da placare qualsiasi curiosità.
Non mancheremo, comunque,
di ritornare sul problema dell'identità dell'essere di luce nel corso della
seconda parte del libro.
Per il momento, fedeli al metodo che abbiamo
scelto di adottare, cioè quello della parapsicologia
moderna, ci limiteremo a descrivere come avvengono realmente i fatti. La metafisica,
per ora, può attendere. Inoltre, siamo convinti che non sia di vitale
importanza sapere se si tratti di un angelo piuttosto
che di Cristo o di Maometto. Le verità dell'Islam, del giudaismo o del
cristianesimo finiscono con il rapportarsi a un'unica
grande verità, non appena si giunga a comprenderle a fondo.
Una volta apparso, l'essere di luce
entra in comunicazione con il morente. Il tipo di comunicazione che si viene a instaurare non è verbale, dal momento che non si effettua
attraverso parole o gesti, ma sembra essere intuitiva o telepatica. Non vengono scambiati né suoni, né messaggi, né segnali, ma il
pensiero, caratterizzato da un'assoluta chiarezza, si trasferisce direttamente
da un'entità all'altra senza incontrare ostacoli.
Lo scambio di informazioni
è dunque immediato. L'essere di luce comunica con il morente e il suo messaggio
diffonde su ogni cosa un'intensa e indimenticabile luce spirituale. "Sei
pronto a morire?": è questa, in breve, la domanda che l'essere di luce
rivolge al morente. "Mi ha chiesto — racconta un poliziotto ferito
a morte da un malvivente — se ero pronto a morire e se avevo realizzato
nella mia vita qualcosa degno di essergli mostrato. Mi esortava anche a
prendere in esame la mia esistenza."
L'essere umano si viene così a trovare nella
necessità di confrontarsi con un'immediata richiesta
di esame, di autocritica, con l'invito a compiere un'analisi destinata a
scandagliare i recessi della coscienza. Il morente finirebbe inevitabilmente
con lo sprofondare negli abissi del nulla, se a questo punto l'entità
spirituale non gli venisse in aiuto. La domanda che gli viene
rivolta non suona come una condanna, né tanto meno come una minaccia, ma solo
come un invito alla riflessione. L'importante non è fornire una risposta e
dichiararsi, come in un tribunale, "colpevole" o
"innocente", bensì raggiungere la conoscenza, perché si aprano altre porte e sia possibile proseguire il viaggio. È come se
l'individuo dovesse innanzi tutto imparare a conoscere se stesso prima di riprendere
il cammino sulle strade dell'aldilà.
L'IMPORTANTE È AMARE
"Ero uscito dal mio corpo —
racconta un medico parigino rimasto gravemente ferito durante la guerra in
Algeria — e lo potevo vedere disteso su un picco
montagnoso. La mia anima……….
Continua……..