Quale energia per il futuro? Di Costantino Paglialunga

La grave situazione in cui volge il nostro pianeta necessita di soluzioni immediate che vengano concepite in armonia e nel rispetto dell'ambiente che ci circonda.

Sempre pi� di frequente ci si sta interrogando su come indirizzare la nostra ricerca per trovare fonti energetiche alternative, per disporre perci� d�energia pi� pulita e in grande quantit�. Ci sono speranze per superare uno dei problemi pi� gravi sul pianeta Terra? L�energia �, in qualche modo, il fulcro della vita economica e sociale. Possiamo in effetti abbinare alla storia della civilt� terrestre la storia dei progressi del controllo dell�uomo sull�energia. Di conseguenza il grado di civilt� di ogni epoca o popolazione viene misurato dalla capacit� di utilizzarla; il fine di tutto � quello di soddisfare le necessit� umane e di favorirne il progresso. L�energia ci viene fornita da fonti e sotto forme differenti: energia meccanica, termica, chimica, elettrica. L�attivit� continua per l�approvvigionamento e l�utilizzo delle fonti energetiche ha portato ad amplificare i problemi sotto tutti i punti di vista: politico, economico, militare, sociale, ecologico, meteorologico e cos� via. Senza fare disquisizioni approfondite, si pu� affermare che l�era della combustione sicuramente sta volgendo al tramonto. Le fonti non rinnovabili quali il petrolio, il gas naturale, il carbone, l�uranio stanno arrecando un disquilibrio nella composizione dell�aria e un inquinamento tale da creare, sempre di pi�, problemi all�ecosistema. Soprattutto sono in via di esaurimento nel giro di qualche decennio. L�energia nucleare da fissione ha subito un brusco arresto nella sua espansione dopo l�ultimo disastro avvenuto a Chernobyl (Ucraina) nel 1986. Non secondario poi � il problema delle scorie radioattive. I paesi pi� industrializzati pensano, con sempre maggior insistenza, di utilizzare fonti di energia alternativa, non inquinante e soprattutto rinnovabile. Vediamo perci� quali possono essere queste fonti. Pensare intanto di potenziare la fonte energetica idrica per creare corrente elettrica non � poi cos� semplice in quanto non pu� da sola coprire il fabbisogno energetico e soprattutto seguire il ritmo dell�aumento della richiesta su scala mondiale. L�energia eolica potrebbe dare un notevole contributo ma � sempre una fonte irregolare che necessita d�impianti notevolissimi e localizzati in zone adeguate del pianeta. Potrebbe in pratica servire per tempi relativamente brevi, sempre che le varie nazioni adottino un sistema di convivenza molto diverso e pi� avanzato dell�attuale, soprattutto a livello spirituale. Se ci� dovesse succedere, potrebbero essere utilizzate altre fonti energetiche naturali quali quella geotermica, vulcanica e solare. Tra queste, l�energia pi� importante resta sicuramente quella di natura solare. Gi� da tempo si stanno studiando e progettando impianti che sfruttano l�energia che il Sole irradia. Del resto tali impianti hanno sinora solamente impieghi ausiliari, pur considerando il Sole una fonte d�energia pulita al massimo grado e soprattutto rinnovabile e gratuita. Quando ci proponiamo di utilizzare sistemi di captazione dell�energia irradiata dal Sole, posti sulla superficie del pianeta, abbiamo per� delle limitazioni di varia natura. L�energia solare � una radiazione energetica diffusa, irregolare e varia nel tempo a causa della rotazione della Terra, del succedersi delle stagioni e delle condizioni meteorologiche. Necessita inoltre di notevoli mezzi di captazione e l�irraggiamento solare ha un rendimento di conversione molto basso. Ci sono altre difficolt� oltre quelle tecnico-organizzative? Certamente. Si dovrebbe discutere di lobby, di multinazionali, di poteri economici e politici che continuano a condizionare il sistema energetico. Questa logica, basata sull�egoismo, dovr� essere prima o poi risolta se non vogliamo incorrere in serissimi problemi di sopravvivenza. E� possibile aggirare tutti questi ostacoli? Nel 1973 l�Europa e gli stati pi� industrializzati del mondo furono investiti da una notevole crisi energetica in seguito alla guerra arabo-israeliana. Ci accorgemmo, in breve tempo, che la civilt� doveva fare immediatamente i conti con la dipendenza totale dal petrolio e ci� caus� una vasta presa di coscienza. Vennero avanzate e potenziate alternative energetiche di varia natura, soprattutto quelle di tipo nucleare, eolico e solare. La proposta pi� lungimirante e consistente sicuramente � pervenuta dalla civilt� extraterrestre, in quell�epoca disponibile alla collaborazione con la nostra scienza e soprattutto con la nostra coscienza. Tramite il contattato, il sig. Eugenio Siragusa, � stato fatto arrivare a tutti, in particolare agli organi di potere scientifico e politico sparsi nel mondo, un messaggio di esortazione e di impegno per risolvere l�importantissimo problema energetico. Ecco quanto ci � stato consigliato:

E� il momento propizio perch� vi sforziate seriamente di mettere in pratica il progetto per la costruzione di un satellite-laboratorio artificiale tipo Phobos (satellite di Marte, N.d.R.), capace di trasformare l�energia solare in energia motrice e di convogliare questa sul vostro pianeta. Presto o tardi sarete costretti a ricorrere a questa fonte inesauribile d�energia pulita. Capace anche di farvi definitivamente uscire dall�era della combustione con benefici immensi sul piano ecologico e vitale. Anche lo sfruttamento temporaneo dei flussi termici dei vulcani ancora attivi potrebbe notevolmente agevolare una momentanea difficolt�, ma occorre sollecitare il progetto di massima che � quello della costruzione nello spazio di uno o pi� laboratori orbitanti con il compito specifico di trasformare energia solare.
L�impegno richiede uno sforzo collettivo non indifferente, ma se la cosciente responsabilit� prevarr�, l�edificazione di questo benefico progetto sar� possibilissima. Noi vi aiuteremo, programmando mentalmente coloro che si renderanno disponibili allo studio e alla realizzazione di questo progetto che chiamiamo nella vostra lingua:
"Dal Cielo alla Terra"
Adoniesis.                                   Nicolosi, 26 Novembre 1973.

Sono passati circa 25 anni da quando la civilt� extraterrestre, nettamente pi� evoluta di noi in scienza e coscienza, ha benignamente elargito dei consigli alla nostra civilt�. Consigli del resto gi� resi attivi e perfettamente funzionanti da remoto tempo nei loro pianeti. La civilt� terrestre come ha reagito a questo input? Scorrendo negli annali della storia scientifica, troviamo un evento singolare e assai significativo. Verso gli inizi degli anni �80, la NASA e il Dipartimento dell�Energia degli Stati Uniti resero noti i loro studi per la messa in orbita di una serie di satelliti capaci di fornire una potenza elettrica di 300 GW (300 Gigawatt = 300 milioni di Kilowatt) sfruttando la radiazione solare. Si trattava di un�impresa colossale con alla base anni di studi e l�applicazione d�idee innovative in campo tecnologico. Erano infatti necessari 60 satelliti, ciascuno capace di fornire 5 GW di potenza, e quindici anni circa per compiere l�intero programma con le conoscenze sino ad allora acquisite. La struttura d�ogni satellite era a forma di parallelepipedo di circa cinque per dieci chilometri e un�altezza di circa 500 metri. Il satellite, in orbita geostazionaria a 35.900 Km dalla Terra, veniva ricoperto, nella sua superficie esposta al Sole, da circa 50 Kmq di celle fotovoltaiche capaci di garantire una quantit� di energia solare almeno quattro volte di pi� del luogo pi� favorevole sulla Terra e per un tempo di circa il 99% del nostro anno. L�energia fotoelettrica doveva essere convertita in corrente alternata, da circa 100.000 oscillatori di tipo Klystron, alla frequenza di 2,45 GHz. Questo fascio di microonde poteva essere trasmesso sulla Terra e ricevuto da un�antenna adeguata. Qui il fascio di microonde subiva una conversione in corrente continua e poi in alternata per arrivare alla distribuzione in rete per gli utenti. La struttura ricevente, di forma ellittica, doveva avere delle dimensioni di circa 130 Kmq. Il progetto prevedeva inoltre una base d�appoggio, un satellite ausiliario disposto a circa 480 Km dalla Terra per la costruzione del satellite solare prevista alla distanza di 35.900 Km. Oltre agli aspetti tecnologici di grande impegno, si dovevano affrontare, molto probabilmente, gli effetti dannosi prodotti dal fascio delle microonde che inevitabilmente avrebbero investito il pianeta ed anche i suoi abitanti. Nell�articolo, apparso in Italia sulla rivista "L�Astronomia" del luglio-agosto 1981, l�autore, Giovanni Sicuranza, finisce con il fare la testuale riflessione: "L�energia pulita e a basso costo diventa anch�essa, qualora la si desideri utilizzare in forma massiccia e continuativa, non scevra da pericoli e disponibile a costi equivalenti a quelli di altre forme di energia. Il mito dell�energia "non pericolosa" deve quindi essere sfatato: sta all�uomo utilizzare al meglio le potenzialit� della Natura studiando il modo migliore per risolvere i problemi e limitare i pericoli che lo sfruttamento d�ogni nuova risorsa pone in essere". Riflessione legittima, ma se consideriamo la prospettiva dell�aiuto di una civilt� molto pi� evoluta della nostra ed utilizzatrice di un simile progetto da svariate migliaia di anni, credo fermamente che sia il caso di andare proprio avanti. Purtroppo questa iniziativa non � mai stata realizzata ed oggi abbiamo la massima consapevolezza e un bisogno urgentissimo di risolvere il problema energetico. Da quanto sappiamo, da quanto abbiamo potuto apprendere dalla civilt� marziana, � possibilissimo costruire una serie di satelliti-laboratorio con tecnologia molto pi� avanzata. Avremmo potuto usare le cosiddette onde Veilter per il trasporto dell�energia motrice. Sono onde energetiche istantanee che la nostra scienza ancora non � in grado di concepire. Come pure l�utilizzo dei captatori d�energia solare, molto ma molto pi� avanzati dei nostri. Credo per� che l�uomo terrestre abbia ancora una volta perso la possibilit� di usufruire di un aiuto dal Cielo e questo per la sua ostinazione a non voler ancora assecondare la Legge che non � umana e a cui bisogna rivolgere rispetto, ubbidienza e devozione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCHEDA SU PHOBOS

Phobos � uno dei due satelliti del pianeta Marte. Dal punto di vista strettamente astronomico la sua scoperta risale all�agosto del 1877 per opera dello scienziato americano Asaph Hall. La storia ci tramanda che gi� nel 1726, con la pubblicazione dei Viaggi di "Gulliver" Jonathan Swift mise in risalto la presenza di due satelliti su Marte. Nel viaggio a Laputa, l�isola galleggiante, Gulliver trova degli scienziati che lo informano dettagliatamente su queste due lune ed in particolare su Phobos. Lo stesso si ripete con lo scrittore francese Voltaire quando nel 1752, proponendo l�opera Micromegas, descrisse il passaggio in prossimit� di Marte di due viaggiatori spaziali, uno proveniente da Sirio e l�altro da Saturno, i quali videro le due lune marziane che erano sfuggite agli studi degli astronomi del suo tempo. Phobos �, per un certo verso, simile ad un asteroide.

La sua orbita � retrograda cio� gira al contrario rispetto alla maggioranza dei satelliti naturali del nostro sistema solare. Ha un diametro massimo di 27 Km e la sua distanza media dal pianeta � solo di 9400 Km. Compie il suo periplo in sette ore e 37 minuti mentre il giorno marziano � di 24 ore e 37 minuti. Ne risulta che il satellite ruota, agli occhi di un astronauta che arriva su Marte, tre volte pi� veloce di quanto non faccia il Sole. Phobos perci� sorge ad Ovest e tramonta ad Est. E questo tre volte al giorno. La stranezza che Phobos si composti come un satellite artificiale venne portata in rilievo nel 1958 dallo scienziato sovietico Chklovski, tanto che propose la tesi che Phobos fosse pi� leggero di quanto si pensasse e per ci� che dovesse essere cavo. Tesi coraggiosa e azzardata per quel periodo, perch� significava ammettere, senza possibilit� di replica, che la civilt� marziana lo avesse edificato per fini ben precisi. Guarda caso gli scienziati sovietici hanno inviato due sonde, chiamate appositamente Phobos, nel 1989 per studiarne le caratteristiche nei dettagli. Purtroppo le due missioni fallirono. Non tutto per� venne perso, in quanto le sonde riuscirono ad inviare sulla Terra alcune foto degne di grandissima attenzione come quelle mostrate in tutto il mondo dalla cosmonauta sovietica Marina Popovich